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"Ma che partita è?" Nella curiosità di questo interrogativo si manifesta tutta la frustrazione e la rassegnazione del tifoso nerazzurro. Smarrito quanto di buono fatto vedere contro Roma, Torino e Verona i nerazzurri prendono la ricaduta proprio quando i malanni sembravano essere ormai alle spalle. Colpi di coda dell'inverno che fatica a lasciare il posto alla primavera.
I quasi 37.000 del Meazza - dopo la sconfitta immeritata contro l'Atalanta - si aspetterebbero un'Inter arrembante già dal primo minuto. In tribuna c'è anche Thohir, motivo in più per far bene, invece, bastano soli trenta minuti e tutti iniziano a capire l'andazzo del match: i tifosi mugugnano, il presidente si stringe tra le mani le guance. Quanta noia. L'Udinese si difende bene e l'Inter attacca malissimo, un mix micidiale che attenta il cuore degli appassionati. Guarin ed Hernanes pascolano sul verde terreno di gioco come nemmeno la capretta di Heidi, il fraseggio a centrocampo è da anestesia totale e pensare che lo stesso Thohir lo aveva detto la settimana scorsa:"ci vuole più ritmo in mediana."
La seconda frazione di gioco vede un'Inter più frizzante. Mazzarri manda in campo Alvarez per l'inconcludente Guarin (felicissimo per il rinnovo). I nerazzurri dispongono il tridente offensivo con Palacio, Icardi e lo stesso Alvarez, si aprono gli spazi e si vede qualcosa di buono. Anche i tifosi assopiti dal tediante spettacolo dei primi sessanta minuti subiscono uno scossone, il Meazza si risveglia ed inizia a spingere i propri beniamini. Samuel, Icardi, Palacio, Hernanes tutti protagonisti di azioni pericolose, ma tutti con lo stesso tristissimo epilogo: la palla non entra.
L'Inter non entusiasma, parte male e prova ad aggiustare il tiro nella seconda frazione di gioco. La partita non offre molti spunti positivi, ma spinge ad una riflessione: questa squadra - soprattutto in casa - potrebbe partire dal primo minuto schierando le tre punte sul terreno di gioco. Le cose migliori si sono viste proprio quando Mazzarri ha deciso di rischiare. Che sia questa la strada per il futuro?
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