Progetto: "Organizzazione di azioni nel tempo per il perseguimento di uno scopo predefinito”.Partiamo da qui, dalla definizione di progetto, per analizzare quelle che potrebbero essere le eventualità del mercato nerazzurro, che nelle ultime ore propone diversi menù.Riportare l’Inter a competere con i migliori club europei e in un lasso di tempo accettabile: questo lo scopo di Erick Thohir, diverse volte presentato anche di fronte ai media. Progetto di non semplice attuazione, sicuramente fattibile e ambizioso, ma consequenziale solo ad un lavoro che preveda meno errori possibili. Sbagliare poco e niente, questo il nuovo diktat che Thohir dovrà imporre all’intera dirigenza, ancor di più a chi si occupa di mercato. Autofinanziamento: questo l’unico vero mezzo per potersi permettere i calciatori attualmente accostati ai colori nerazzurri: Touré compreso. Non c’è alcuna alternativa o strada secondaria da perseguire, l’Inter potrà e dovrà spendere esattamente quanto sarà in grado di incassare.Incassare? E da quali cessioni? Ecco, questa è la domanda che probabilmente tormenta i tifosi interisti più attenti, quelli che sfogliano la rosa e leggono: Juan, Ranocchia, Kuzmanovic, Dodo, Hernanes, Nagatomo e Medel, per non parlare dei rientri di Alvarez (sempre più probabile), Taider, Crisetig, Longo e compagnia.Tra i sopracitati ci sono calciatori vendibili a poco, altri difficilmente collocabili per questioni di cassa (con l’attuale situazione di bilancio è bandita ogni minusvalenza) e altri ancora invendibili, probabilmente perché nessuno li vuole a determinate condizioni (vedi il caso Guarin e il suo lauto ingaggio). Situazione figlia di errori commessi in precedenza, quando la dirigenza nerazzurra ha deciso di puntare su calciatori di una certa età o in altri casi, su atleti che poi non si sono incastrati bene nel meccanismo nerazzurro. Errori da non ripetere in futuro, per evitare di vivere gli stessi momenti che adesso stanno attraversando sull’altra sponda del Naviglio. Buoni - in prospettiva futura - gli acquisti di Kovacic, Brozovic, Shaqiri, Icardi. Calciatori giovani e dal sicuro talento, atleti che, vista l’età, possono essere rivenduti in qualsiasi momento nel caso non dovessero soddisfare pienamente le aspettative. Diverso sarebbe l’eventuale acquisto di Yaya Touré, soprattutto se il suo arrivo a Milano dovesse dipendere direttamente dalla cessione di quello che attualmente è uno dei pochi a poter vantare un mercato decente in casa nerazzurra: Mateo Kovacic. Touré sarebbe un mai più rivendibile. Chiaro che il giocatore ivoriano andrebbe a tamponare le lacune di personalità di cui soffre la squadra, ma fino a che punto il gioco vale la candela? Il progetto di rilancio della società nerazzurra può davvero partire dalla cessione di un 21enne in favore di un classe 83? Dovesse essere condizione sufficiente e necessaria alla ripartenza, la separazione dal numero 10 nerazzurro avrebbe senso soltanto se seguita dall’arrivo di un altro talento della sua stessa età. In parole povere: può starci la cessione di Kovacic, ma se in favore di talenti su cui la società - per diverse ragioni - crede maggiormente. Touré sarebbe l’emblema dell’istant team: progetto più vicino a società che possono attingere a fondi illimitati. Club che vogliono tutto e subito. Ma l’Inter può permetterselo? Ben venga mister Yaya - se l’Inter dovesse riuscire in qualche modo a trovare i fondi necessari - ma a patto di vederlo in mezzo al campo proprio insieme a Kovacic, a cui potrebbe veramente insegnare tanto. Ecco, questo sarebbe un bel progetto.
twinter
Touré paga insieme a Kovacic. Ma Touré pagato da Kovacic ha senso? Il rischio…
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