Come di consuetudine, la Gazzetta dello Sport ha proposto un’analisi dettagliata della partita tra Inter e Juventus. I 120 minuti sono stati messi sotto ai raggi X. Un punto focale: la differenza sta nella grinta. Non nei moduli, negli schemi o nelle mosse tattiche, ma nella determinazione che i giocatori dell’Inter hanno messo in campo, mentre quelli della Juve l’hanno lasciata negli spogliatoi.
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120 MIN AI RAGGI X: INTER, QUANTI CROSS. LA DIFFERENZA? LA GRINTA…
Come di consuetudine, la Gazzetta dello Sport ha proposto un’analisi dettagliata della partita tra Inter e Juventus. I 120 minuti sono stati messi sotto ai raggi X. Un punto focale: la differenza sta nella grinta. Non nei moduli, negli schemi o...
Il primo tempo si sviluppa così: "I nerazzurri spingono come forsennati, probabilmente (anzi: sicuramente) pungolati dalle parole di Mancini e da quelle di Moratti, fanno pressing, lottano, accorciano, raddoppiano. Insomma, dimostrano di poter essere una squadra, a patto che si comportino sempre così e non ricadano nelle disattenzioni e negli errori visti pochi giorni allo Stadium di Torino. La Juve, al contrario, pare frastornata: non fa gioco, non crea occasioni, difende male, non copre bene gli spazi e, logicamente, va in confusione. D’altronde, osservando il centrocampo schierato da Allegri, si capisce facilmente quali possano essere i problemi: Hernanes, Sturaro e Asamoah sono, al momento, tre riserve che raggiungono il livello di Marchisio, Khedira e Pogba. Difatti Medel, Brozovic e Kondogbia, nella prima parte, vincono tutti i duelli, a volte facendo valere i muscoli, altre volte sfruttando saggiamente i movimenti e i giochi di sponda".
Nella ripresa le cose non cambiano, a conferma di quanto conti la psicologia sulla tattica. Destra-sinistra, l’Inter accelera sugli esterni, attacca da tutte le parti. La Juve è costretta a un cambio di modulo, ma i nerazzurri sfondano con regolarità sulle fasce laterali. Il secondo e il terzo gol nascono con Eder sulla destra e Perisic sulla sinistra, nelle praterie si divertono eccome i laterali dell’Inter. Un dato certifica il tutto: 30 sono i cross nerazzurri, solo 3 quelli bianconeri.
Nei supplementari sono soprattutto Biabiany e Perisic a fare ciò che vogliono: 6 cross il primo, 7 il secondo (che effettua anche 5 dribbling). Da sottolineare anche i 13 lanci effettuati da Medel: nessuno lo contrasta, nessuno lo pressa e lui, con tutta calma, ha la possibilità di costruire e di imbeccare gli attaccanti. Altro dato importante: le 6 occasioni create da Eder. Scrive la Gazzetta: "Sistemato in posizione di centravanti, anche se le sue caratteristiche non sono quelle della prima punta, Eder si muove con intelligenza su tutto il fronte offensivo, apre corridoi per gli inserimenti dei compagni, si allarga sull’esterno e propone invitanti passaggi. Sono 3 i cross di Eder e 5 i palloni recuperati, tutti in zona d’attacco: ciò significa che l’Inter pressa molto alto, dà fastidio alla Juve nel momento in cui deve raccogliere le idee per creare gioco, e ruba il tempo con regolarità e determinazione. I reparti sono compatti e aggressivi: questo è il segreto alla base di un successo che, alla vigilia, era davvero insperato".
(Gazzetta dello Sport)
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