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A lezione di rispetto da Zanetti e Maldini: “I nostri idoli e cosa abbiamo imparato”

Identità personale, rispetto, stile e leadership. Di questo Javier Zanetti e Paolo Maldini hanno parlato in un evento organizzato da Fondazione Milan e Braun e che si è tenuto questa mattina nella sede di Assolombarda, a Milano. L’incontro...

Eva A. Provenzano

Identità personale, rispetto, stile e leadership. Di questo Javier Zanetti e Paolo Maldini hanno parlato in un evento organizzato da Fondazione Milan e Braun e che si è tenuto questa mattina nella sede di Assolombarda, a Milano. L'incontro rientra in un progetto didattico teso ad aiutare i giovani adolescenti a scoprire il rispetto per se stessi e per il proprio modo di essere e il rispetto per le persone che hanno stili e modi di vivere diversi dai loro. I due ex capitani hanno incontrato 450 ragazzi delle scuole superiori milanesi per raccontare la loro esperienza su rispetto (di se stessi e degli altri) gestione della leadership e fair play. A moderare l'incontro c'era Marco Foroni, noto giornalista di SportMediaset. Ed ecco cosa hanno detto i due ex calciatori ai ragazzi che li hanno ascoltati e con loro si sono confrontati: 

MODELLI DI RIFERIMENTOMaldini: "Ho iniziato molto presto a giocare a calcio e i miei idoli erano persone calme tranquille e di talento. Molto poi dipende dal tuo carattere e dal tipo di educazione che hai".Zanetti: "Il mio idolo era papà che ha fatto tanto per non farmi mancare nulla e insieme a mia mamma mi hanno educato ad inseguire i miei sogni, ho potuto realizzare questo sogno e la loro educazione e il rispetto che mi hanno insegnato mi hanno fatto arrivare ad altri livelli". 

RISPETTOMaldini: "Si sbaglia, si impara dagli errori, ogni tanto ci si vergogna della proprie reazioni. Poi si cresce e si pensa in un altro modo. È un percorso: sul campo di deve sempre cercare di vincere, ma bisogna sempre accettare la sconfitta eventuale e rispettare il proprio avversario".Zanetti: "Il rispetto per gli altri è fondamentale ed è un percorso che comincia quando sai che tu puoi essere un punto di riferimento. Ti capita di sbagliare ma conta rendersene conto per non sbagliare più e per crescere. Quando fai parte di un gruppo poi ci si aiuta per raggiungere obiettivi". 

DINAMICHE DI CLASSE 

Maldini: "Come ero a scuola? Ho esordito quando faceva la terza liceo, non sono riuscito a diplomarmi per i tanti impegni, ho cominciato prestissimo a giocare, ero molto timido e mi vergognavo della mia notorietà e nell'ultimo anno ho fatto fatica a conciliare le due cose". Zanetti: "Io ho iniziato in Argentina, studiavo e mi allenavo. Cambia tutto quando giochi perché devi essere consapevole del tuo carattere perché inizia ad essere conosciuto quando arrivi a scuola ma tu devi conservare umiltà, essere quello che sei". 

LEADERSHIP

Maldini: "Le dinamiche nello spogliatoio? Ci sono persone che hanno caratteristiche da leader innate. Io ho cercato di essere il mio ideale di uomo e calciatore. La mia idea è lavoro, esempio e rispetto. Ci sono stati anche tanti esempi negativi che mi hanno fatto capire quale non doveva essere la strada da intraprendere. Il mio esempio era Baresi, parlava poco ma dava esempio sul campo. Ho preso esempio da lui, ma mi sono costruito il mio carattere. Non sono stato un capitano chiacchierone  ma credo che mi abbiano rispettato perché quando c'erano da dire le cose le ho dette anche quando facevano male".Zanetti: "Tante volte intervenivo per il bene del gruppo, anche se non ho mai parlato molto. Specialmente dici delle cose quando sai che i tuoi compagni ti seguono". 

IMPEGNO NEL SOCIALE

Zanetti:"La Fondazione Pupi è stata fondata con mia moglie nel 2001 in un periodo difficile per l'Argentina e per i bambini argentini. Ci riempie di orgoglio poter aiutare chi ha bisogno. Quello che facciamo lo sentiamo e credo sia importante soprattutto quando lanci segnali positivi per questi ragazzi". Maldini: "Io dico sempre che sono diventato un personaggio pubblico mio malgrado  e della notorietà avrei fatto volentieri a meno. Le mie attività cerco di tenerle mie. Poi attraverso Fondazione Milan facciamo diverse cose".