Insomma, per lei, la mediazione è il finale di questa storia?
«Non lo so, intanto me lo auspico per il bene del calcio che non necessita di divisioni. Poi posso pensare che alla fine le due parti possano trovare dei punti di contatto. Ogni volta che i club si sono mossi in modo intelligente hanno sempre trovato soddisfazione. Il progetto Superlega di aprile 2021, invece, è stato uno strappo, che di solito non porta a niente. Adesso mi sembra di leggere fra le righe la volontà di dialogare e il dialogo è essenziale. Ripeto: ci sono delle posizioni ufficiali, da tenere anche per dare forza ai propri eserciti, poi c’è la diplomazia».
Infantino da presidente della Fifa può essere l’uomo della grande mediazione?
«Sinceramente non lo so. Certo, Ceferin ha il suo carattere e io sono molto legato, per ragioni personali e di ricordo del periodo passato insieme, a Michel Platini. Insomma, preferisco non fare nomi, anche perché non spetta a me farli. Io posso dire che una mediazione fra gli interessi degli uni e degli altri si può e si dovrebbe sempre trovare».
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