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Abodi: “Mettere le mani sul calcio? Non scherziamo. Ius soli tema che va affrontato”

Fabio Alampi Redattore 
Il ministro per lo Sport e i Giovani si è detto deluso dalle mosse della Figc dopo il flop della Nazionale a Euro 2024

Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, si è detto deluso dalle mosse della Figc dopo il flop della Nazionale a Euro 2024. Queste le sue parole, rilasciate ai microfoni de La Stampa: "Ero a Berlino e quello che ho visto lo hanno visto tutti gli italiani: nello sport si può perdere, ma non ci si può consegnare all'avversario. La sensazione, forte, è stata di una sconfitta totale, incapaci di reagire, di misurarsi e, questo, deve far riflettere".

I vertici del nostro pallone hanno riflettuto?

"Mi sembra che la prima mossa sia stata indire le elezioni per il 4 novembre: per riflessione intendevo ben altro".

Elezioni senza le nuove regole contenute nell'emendamento Mulè, il più discusso e divisivo che il nostro pallone abbia conosciuto negli ultimi tempi…

"L'emendamento in questione è stato approvato dopo una sua significativa riformulazione che ha, di fatto, messo a tacere gli oppositori: stabilire, nell'autonomia della Figc, che alla Lega di Serie A siano riconosciuti un peso politico e una rappresentanza superiori all'attuale 12 per cento e ai tre membri all'interno del consiglio federale è affermare un criterio di equità e buon senso. Se ne parla da tre lustri, discutendo, senza approdo, di un riconoscimento a chi contribuisce al benessere del resto del sistema con 130 milioni di euro all'anno di mutualità, versando allo Stato 1 miliardo e 200 milioni di euro di tasse, delle quali un terzo tornano allo sport attraverso il finanziamento pubblico".

Il 4 novembre si andrà al voto come se l'emendamento Mulè non avesse visto la luce…

"Il presidente della Federcalcio Gravina ha detto che c'è tempo fino a 60 giorni prima per tirare le somme, ma, come dicevo, al primo Consiglio federale dopo l'eliminazione agli ottavi di finale ad Euro 2024 mi sarei aspettato al centro del campo altre questioni, altri contenuti e anche una diversa modalità di confronto. Se la ripartenza del calcio è questa, non ci siamo…".


Fifa e Uefa, rispettivamente governo del calcio mondiale ed europeo, ci hanno ammonito: l'autonomia della federazione va rispettata altrimenti l'esclusione dalle coppe dei nostri club e della Nazionale dalle varie competizioni può diventare un'ipotesi reale.

"Si trattava di una lettera superata ampiamente dagli eventi, a partire dalla riformulazione dell'emendamento, dei quali l'Uefa era stata messa al corrente. A Berlino ho avuto un confronto franco e pacato con il presidente Uefa Ceferin: mi ha espresso le sue criticità, gli ho spiegato il nostro punto di vista. Si è trattato di un incontro utile".

Volete mettere le mani sul calcio?

"Non scherziamo, vogliamo solo dare una risposta di sistema. Ho ripreso in mano i lavori fatti dai governi che si sono succeduti negli ultimi vent'anni: colori politici diversi, indagini approfondite e sempre volte a dare un indirizzo di insieme all'intero movimento. Noi ci inseriamo in questo contesto, ma vogliamo produrre effetti positivi e in tempi brevi. Non c'è più tempo per il Gattopardo".

Allarghiamo l'orizzonte. Lamine Yamal è diventato il più giovane giocatore a segnare in un Europeo e il giorno prima della finale tra la sua Spagna e l'Inghilterra ha festeggiato il diciassettesimo compleanno. Yamal in azzurro non potrebbe giocare…

"Lo ius soli sportivo è un tema che va affrontato, anche se io non ritengo prioritarie le implicazioni agonistiche. Lo sport è inclusione, coesione ed educazione, un percorso positivo alimentato da passione e impegno, che offre anche l'opportunità di scrivere belle storie come quella di Yamal".