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"Qualcosa stiamo già facendo", le parole del ministro che nell'europeo di calcio del 2032 che l'Italia ospiterà in condivisione con la Turchia vede "un'acceleratore" ma allo stesso tempo "non può dettare l'agenda sugli stadi". "E' ovvio poi che ci siano scadenze - ha sottolineato ancora Abodi - con sei stadi che dovranno essere scelti prima. Tre sono inevitabili e sono quelli della Juventus, di Milano e Roma. Poi ci sarà una bellissima competizione che comprenderà Verona, Napoli, Genova, Cagliari, Bari e Palermo, Bologna e Firenze".
Non è tramontata, secondo il ministro, nemmeno l'idea di un commissario per gli impianti. "L'opzione c'è ancora - ha spiegato -. Se necessario lo nomineremo, dipenderà dalle risposte che club e amministrazioni con le quali stiamo lavorando ci daranno". Intanto i rappresentati di Forza Italia nella conferenza stampa di presentazione della propria norma per il miglioramento degli stadi hanno individuato soprattutto nell'eccessiva burocrazia il problema principale. Per questo il capogruppo Fi, Maurizio Gasparri, e il senatore e presidente della Lazio, Claudio Lotito, hanno parlato della volontà "di facilitare i percorsi amministrativi", mentre il n.1 dell'ICS, Beniamino Quintieri, si è soffermato sul come l'Istituto per il Credito Sportivo possa contribuire al finanziamento dei progetti. Infine Diego Nepi Molineris, ad di Sport e Salute, che ha posto l'attenzione non solo sull'adeguamento degli stadi ma sul fatto che vadano "preparati alle innovazioni del domani".
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