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"Acerbi ha parlato, in videoconferenza da Appiano Gentile con accanto l’a.d. Marotta e il legale del club Capellini, per una quarantina di minuti (l’appuntamento era alle 10, ma sono stati a lungo in attesa perché Chinè era impegnato in un’audizione per il caso video hot della Roma). Anche lui non ha fatto mezzo passo indietro rispetto a quanto detto nei giorni scorsi, prima in Nazionale, poi ai giornalisti e infine alla dirigenza nerazzurra. E probabilmente ha fatto riferimento a quel «ti faccio nero» di cui abbiamo già parlato".
"Tutto dipende da quello che è riuscito a trovare Chinè tra il materiale raccolto tra martedì - giorno in cui il Giudice sportivo gli ha chiesto un supplemento di indagine - e giovedì, prima delle audizioni finali. È anche possibile che, come spera l’Inter, se video e audio non avessero colto il momento dell’insulto, la violazione contestata possa cambiare. Dall’articolo 28, quello sul «comportamento discriminatorio», si potrebbe passare al 39, «condotta gravemente antisportiva», che prevede una sanzione di due giornate che potrebbero aumentare con la presenza di aggravanti. E in questo caso, l’aver usato «nero» anche senza volontà razzista, come ammesso da Acerbi, potrebbe costituire un’aggravante, facendo salire il numero di giornate di stop fino a 3-4. Va detto però che in passato in casi simili si è arrivati alla squalifica per dieci giornate anche senza evidenze", precisa il quotidiano.
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