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"Jesus ha scelto un profilo basso, al punto da rendere riservatissimo il suo colloquio col pm. Se Acerbi si è collegato in videoconferenza ieri mattina dalla Pinetina, Jesus ha scelto di non essere nel suo centro sportivo. Ha chiesto anche alla società di non essere assistito e si è consultato esclusivamente con il suo agente Roberto Calenda, il suo colloquio c’è stato già giovedì scorso ma non è trapelato nulla, al punto che ieri sembrava fosse avvenuto subito dopo quello di Acerbi. Mistero? Probabilmente soltanto la volontà di non dare clamore ad una vicenda dolorosa anche per lui che con Acerbi ha un rapporto pregresso. Ciò come ulteriore dimostrazione che per lui il «fattaccio» poteva esser chiuso, senza strascichi, al termine della partita. Il brasiliano ha ribadito così a Chinè di essere stato chiamato negro ed è deciso ad andare in tutte le sedi giudiziarie per dimostrare la sua verità. Il Napoli lo ha lasciato fare, rispettando la sua volontà, sostenendolo con video sui social in cui è chiaro il pensiero unico della lotta al razzismo".
"L’Inter sostiene Acerbi, convinta che le parole del difensore siano state travisate da Jesus. Soprattutto spera che Chiné nella relazione che invierà in queste ore al giudice Mastrandrea non ravveda la matrice razzista negli epiteti rivolti al giocatore del Napoli. Il difensore interista, da codice, rischia un minimo di 10 giornate di squalifica, stop che metterebbe in pericolo la sua partecipazione agli Europei e la stessa carriera nell’Inter. I nerazzurri si appellano, eventualmente, alla condotta gravemente antisportiva. Il giudice sportivo esaminerà lunedì il materiale, la sentenza arriverà entro un paio di giorni. Il difensore partenopeo sentito già giovedì è deciso ad andare in tutte le sedi giudiziarie", aggiunge il quotidiano
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