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Adani: “Inter sarà terzo incomodo fino alle fine. Assenza Theo peserà tantissimo”

Andrea Della Sala

L'ex difensore dell'Inter Lele Adani ha fatto il punto sulla squadra di Inzaghi in vista dei prossimi delicati impegni

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex difensore dell'Inter Lele Adani ha fatto il punto sulla squadra di Inzaghi in vista dei prossimi delicati impegni:

Adani, come è cambiata l'Inter dopo la sconfitta in casa della Lazio?

"Nessuna variazione particolare. Tutta la fase difensiva era molto chiara anche prima, visto che è cambiato poco rispetto a Conte. Se però perdi l'attenzione vai in difficoltà sia che pressi molto alto sia che tu crei densità in mezzo al campo come hanno fatto, secondo me sbagliando, nel finale contro la Juve. Se giochi a tre devi scalare molto sugli esterni, a volte ci arrivi con i 'braccetti', cioé Skriniar e Bastoni. A volte ci pensano i quinti. Uno dei due ai lati di De Vrij però a volte deve avanzare per prendere la mezzala avversaria. Quando non c'è la giusta concentrazione, anche una squadra forte ed esperta può sbagliare. Ora invece sono tutti sul pezzo. Ma non per un cambio tattico".

Quindi ritiene casuale anche il fatto che, ora che subisce meno, l'Inter sia passata da più di 3 a meno di due gol segnati a partita?

"Una grande squadra deve cercare di essere propositiva ma anche equilibrata. Si parla tanto di marcatura preventive, cioé quella condizione che ti permette di attaccare, di accompagnare l'azione, ma anche di prevedere e anticipare l'eventuale ripartenza dell'avversario se perde palla. Ora questo funziona meglio perché tutti sono sul pezzo. Tanto che...".

Dica, dica.

"Tanto che nelle ultime partite Inzaghi ha ruotato anche i tre dietro ma la fase difensiva non ne ha risentito, malgrado D'Ambrosio e Ranocchia fossero alla prima da titolari".

Skriniar, De Vrij e Bastoni sono tosti ma con quella costituzione a volte soffrono gli esterni offensivi veloci nel breve.

"È vero che contro i vari Rodrygo, Vinicius, Gonzalez e Boga hanno ballato un po'. Tutti e tre sono possenti, ma anche diversi tra loro. De Vrij è un giocatore più di letture, che anticipa e sa prendersi il metro in più sulla anticipandola la posizione. Skriniar non ha nulla da invidiare ai centrali veloci. Tanto che dopo qualche critica iniziale ha dimostrato di giocare alla grande nella linea a tre. Bastoni è il più tecnico ed elegante. Uno che, come è giusto che sia vista l'età, fa ancora meglio in costruzione rispetto a certi tempi nelle chiusure".

Quanto è importante il lavoro di Brozovic e degli esterni?

"Decisivo. Anche se una squadra che vuole imporsi anche fuori all'Italia deve permettersi di non riciclare entrambi gli esterni. I due quinti sono importanti, ma devono alternarsi. Non ci si può più appiattire su una linea a 5. Perisic attacca come un'ala ma è sempre disposto a sacrificarsi. Molto più utile che tra i cinque che difendono ci sia Brozovic piuttosto che entrambi gli esterni. Così ti metti a 4, hai Brozo a schermare e l'altro esterno può rimanere alto, pressando il terzino".

Se fosse nei panni dei difensori interisti, nel derby preferirebbe avere di fronte Ibra o Giroud?

"A livello di valore assoluto, Ibra ha uno status molto più elevato rispetto al francese, che pure sa bene come muoversi, conosce il calcio e segna. Ibra però riesce dopo mesi di inattività ad entrare e a cambiare le partite. È poco mobile? Ma la mobilità deve essere applicata al gioco, non si parla di una corsa campestre. A Roma Zlatan ha determinato tutto con 4 giocate, facendo le corse e i movimenti giusti".

Quanto peserà l'assenza di Theo?

"Tantissimo. Come Maicon per l'Inter, il francese è un terzino che pensa, corre, agisce e risolve come un trequartista. Non lo vedi. Lo senti perché passa l'area, con una finta elude il pressing e ti manda a vuoto la preparazione sull'uscita con una sterzata e la capacità di condurre palla nel traffico".

Quanto invece incideranno gli impegni di mercoledì in Champions?

"Parecchio, non soltanto per il risultato. Ormai si gioca ogni tre giorni, si viaggio molto e ci si allena poco. Tra i compiti del tecnico e del suo staff c'è quello di integrare le informazioni ai giocatori senza appesantirli, ma aggiungendo il giusto".

L'Inter affronterà in sequenza Milan e Napoli, le due squadre che stanno dominando il campionato.

"Le due capolista sono belle sfortunate, stanno volando vincendo con merito, ma c'è anche l'altra! E c'è la stessa Inter che ha sprecato qualche punto, ma regge il paragone. I nerazzurri resteranno il terzo incomodo anche se non dovessero vincere i prossimi scontri diretti. Il ballo rimane a tre. L'Inter ha pur sempre fatto 7 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta".

Si può ancora parlare di sette sorelle?

"La verità è che due si sono staccate tenendo ritmi folli, quattro (Lazio, Roma, Atalanta e la stessa Inter, che tende in alto, sono in linea e una sta molto in basso".

Quella in basso è la Juve. Crede sia già fuori dai giochi scudetto?

"Sì. La Juve è fuori dalla corsa scudetto non tanto per il ritardo di punti, quanto perché deve completamente rinnovare le idee. Ormai lo hanno capito tutti".

Quanto sarebbe importante per l'Inter in chiave derby vincere mercoledì in Champions?

"Le grandi squadre sono quelle composte da grandi giocatori che quando si arriva al bivio vanno a Tiraspol con la consapevolezza che con la testa e con la preparazione giuste la portano a casa".