Ospite del programma condotto da Cattelan Hot Ones, l'ex difensore e ora opinionista Lele Adani ha parlato del suo programma, ma anche del sui passato da giocatore:


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Adani: “Ecco perché è finita la Bobo TV. Inter-Brescia su Ronaldo, poi sverniciata di…”
Periodo anni 90' Italia aveva i migliori giocatori. Attaccanti e difensori erano fortissimi. Nel mio periodo stavano a casa Costacurta e Ferrara in Nazionale. Probabilmente ora avrei fatto più presenze. Ronaldo il Fenomeno l'attaccante più forte, anche staccato da tutti. Quando sono arrivato all'Inter lui è andato via. Si è allenato 5 giorni a parte perché era in trattativa col Real Madrid.
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Rimpianto?
"Anche averci giocato contro è stato importante. Ho un bel ricordo di averlo sfidato. Io ho la prima maglia di Ronaldo il Fenomeno, Inter-Brescia dove poi fa due gol Recoba. Io l'ho marcato Ronaldo e ci siamo cambiati la maglia a fine primo tempo. Lo marcavamo 5 contro 1, poi è entrato il Chino e ha sverniciato con due gol clamorosi".
Allenatori?
"Lucescu un maestro. Mi ha insegnato che il marcato non solo marca ma si stacca per costruire. Mi ha insegnato a giocare. Silvio Baldini è stato il più uomo, un fratello per me. È quello del calcio in culo, lo aveva dato a Di Carlo. Quest'anno si sono trovati e si sono abbracciati. Sergio Buso mi ha insegnato tanto nel Modena. Roberto Mancini... Ho avuto qualcuno che non aveva interesse a coltivare questa relazione umana, questa mia voglia di chiedere. Tipo Gigi Cagni che era un allenatore di un tempo che ha fatto un suo percorso. Era infastidito da chi voleva sapere da chi voleva chiedere. Ho avuto Zeman, è stato un terrore non per la sua rettitudine ma per il suo allenamento. Eravamo nella Lazio, io chiamavo a casa e dicevo: mi sa che la Serie A non fa per me. Squadra di campioni, io non ero ancora affermato. Ti faceva fare i giri di campo senza rivolgerti la parola. Facevo fatica e pensavo: forse non è il mio livello. Poi passando da Brescia ho fatto una strada diversa".
Ti sei buttato sulla comunicazione
"Sono sempre stato uno che voleva chiedere, imparare, capire. Cerco sempre di entrare nelle pieghe più profonde. Quando ascoltavo le partite vedevo che c'era margine. Il punto è prepararsi, preparare il racconto e poi dopo lasciarsi andare. Come i rapper".
Avete iniziato con Bobo Tv, ora Viva el Futbol. Com'è nata?
"È nata con l'amicizia che ha permesso in un momento drammatico come il Covid di stare in casa e creare interazioni, così la gente ha trovato compagnia e sollievo. È nata, cresciuta ed evoluta. Prima parte è caduta, è decaduta l'amicizia, non si vorrebbero vivere certi momenti, ma si è costretti ad accettarli. Non avrei mai interrotto neanche sotto tortura quel percorso, sono stato costretto e sono ripartita. Da una cosa triste è nata una benedizione. Ora siamo più seri e compatti e apre nuove strade e opportunità".
Come si gestisce Antonio?
"Quello che dice su allenatori e giocatori, noi lo viviamo anche in privato. Non fa prigionieri, ha un solo lato, io lo amo profondamente. Non cambiando se stesso, ascolta anche. Quello che si vede non è nulla rispetto a quello che condividiamo".
Come vivi le critiche?
"Sono grato per l'amore che arriva, che è incredibile. La gente per strada ti riconosce come punto di riferimento".
Inter del Triplete?
"Superiore".
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