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Adani e il gran rifiuto a Mancini: “Non era il momento, avrei preso di più. Se richiama…”

Dario Di Noi

Intervistato da CorriereTv come doppio ex giocatore di Inter e Fiorentina, che domenica (ore 18.00) si affronteranno a San Siro, Daniele Adani ha raccontato, tra i sorrisi, di quel “gran rifiuto” a Mancini per il ruolo di...

Intervistato da CorriereTv come doppio ex giocatore di Inter e Fiorentina, che domenica (ore 18.00) si affronteranno a San Siro, Daniele Adani ha raccontato, tra i sorrisi, di quel "gran rifiuto" a Mancini per il ruolo di vice-allenatore all'Inter. Ecco le sue parole, sullo stesso Mancio, su Salah, sul Parma e sulla sua decisione di dire no al club nerazzurro per continuare a lavorare per Sky.

MANCINI - "Il mio amico Mancio ha rimesso le cose a posto? Sì, e la prima cosa che balena agli occhi credo sia un principio di gioco con una mentalità e un metodo non tipicamente italiano"

SALAH - "Salah è un ottimo giocatore. E’ giovane, è un ragazzo del ’92, si è integrato benissimo, è partito forte. Lui e Diamanti sono giocatori che danno un'impronta diversa alla Fiorentina"

PARMA - “La cosa strana e paradossale è che tu vai a preparare una partita di calcio senza parlare mai di calcio. In settimana i ragazzi negli spogliatoi sicuramente non parleranno mai di tattiche o di schemi. Si parla di aspetti burocratici, di soldi, di fallimenti, o di problemi riguardanti non so, giardinieri, magazzinieri, massaggiatori. Per questo non puoi e non riesci a concentrarti sul lavoro tecnico"

GRAN RIFIUTO A MANCINI - “In  realtà io sento di non aver rifiutato né Mancini né l’Inter. Ho semplicemente proseguito un percorso. Mancini resta un amico, una persona che sento e che frequento, una persona per la quale faccio il tifo. Probabilmente non era il momento giusto, la voglio vedere così. Avrei guadagnato di più? C’è poco da nascondere, è così, è palese, ma nella mia vita ho fatto scelte - anche da calciatore - in cui quello economico non è mai stato il primo aspetto, perché ognuno poi la felicità la trova in altro. E quando anche con l’Inter e Roberto si è parlato di un aspetto economico, gli ho detto: “No no, puoi anche evitare di dirmelo”. Ecco, poi lui me l’ha detto lo stesso (ride). Mangiato le mani? No no, assolutamente (ride). Se mi richiama Mancio o qualcun altro? Ci si ripensa, si rivaluta, è così. Questo è il nostro lavoro secondo me. Siamo dei professionisti, e un professionista deve essere pronto a tutto e deve essere in grado di rivalutare le situazioni, mettendosi a nudo e scegliendo quello che lo rende più felice”

TV - "La verità è che sono un curioso, e la curiosità ti porta a scoprire tante cose. Cose diverse, nuove, campionati vari anche dall’altra parte del mondo. Più cose sappiamo, più ci servono per essere più precisi. In Brasile avevamo mezza mattinata libera, eravamo io Bergomi e Marchegiani, parlavamo degli schemi dell’Olanda e cercavamo di capire, perché era quasi un gioco all’italiana ma ragionato, con un senso come prevede un maestro di calcio come Van Gaal. Sulla sabbia ci mettevamo lì e ne parlavamo”