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Adani: “Mancini maturato, non ha ripetuto l’errore fatto con l’Inter dopo Liverpool”
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'opinionista ed ex difensore Lele Adani ha parlato della sconfitta dell'Italia con la Macedonia e del futuro di Mancini:
"Come italiano mi sento ferito, amareggiato. Facciamo subito un distinguo: questa eliminazione è molto differente da quella contro la Svezia".
In che senso? Allora non eravamo campioni d’Europa.
"Vero e quella sconfitta lasciò solo macerie. Non si era costruito nulla prima e il gruppo era arrivato a un punto di rottura. Non voglio dare tutte le responsabilità a Ventura, ma la Nazionale di Mancini a differenza della sua ha compiuto un percorso dal punto di vista del gioco e della proposta che è stato riconosciuto da tutto il mondo del calcio. Sarebbe un autolesionismo abbandonare il solco creato dal Mancio dal nulla solo per un risultato, per quanto gravemente negativo".
Mancini, però, potrebbe lasciare. Lei lo conosce bene, che idea si è fatto?
"Io credo che nella mente di Roberto ci fosse l’idea di partecipare al Mondiale e poi cambiare. È la sua natura quella di cercare nuove sfide senza paura. Dopo questa sconfitta, però, non si è fatto prendere dall’impulso, come quando, per esempio, disse pubblicamente che avrebbe lasciato l’Inter dopo il ko con il Liverpool in Champions ed è un bene. Oltre tredici anni dopo è maturato e la sua scelta sarà ponderata e lucida. Ragionerà sul perché di questa eliminazione e sul rapporto con il suo gruppo: si sono dati tutto o si può andare avanti?".
Dovesse lasciare, quale sarebbe il bilancio di Mancini?
"Roberto ha piantato un seme nel deserto, regalandoci una soddisfazione incredibile con la vittoria dell’Europeo in anni aridi per il calcio italiano. E poi non dimentichiamo che prima della sconfitta con la Macedonia del Nord, gli azzurri avevano perso una sola partita su 42, in Nations League con la Spagna e avevano stabilito il record di risultati utili consecutivi, 37. Prima di Mancini, il calcio andava avanti e noi eravamo rimasti indietro. Grazie a lui ci siamo riallineati. Per questo, al di là della sua permanenza o meno, mi auguro si continui con l’idea che ha innestato non solo nella Nazionale maggiore, ma anche nelle giovanili. Un’idea che è fatta dalla ricerca del dominio del gioco".
Perché questa idea non ci è però bastata per battere i modesti macedoni?
"All’Europeo non avevamo i favori del pronostico, ma con la proposta e il coraggio siamo arrivati dove non immaginavamo si potesse arrivare. Battendo squadre più talentuose. Quel gap c’era e c’è, ma l’abbiamo colmato con l’intensità e la proposta. Dopo, abbiamo continuato con lo stesso gioco, ma senza più raccogliere. Nessuno ci ha messo sotto. Dal pareggio con la Bulgaria ci è però venuto il braccino corto e in fase conclusiva abbiamo fatto errori difficili da spiegare".
Come si riparte ora?
"Con Mancini o mantenendo l’eredità di Mancini. In questo deve essere brava anche la Federazione, sia nelle scelte che nella comunicazione ai tifosi: tornare indietro sarebbe un clamoroso autogol".
Si parla di un ticket Lippi direttore tecnico e Cannavaro c.t.
"Conosco Fabio e so che si sente pronto per allenare in Europa. Così come sarò sempre grato a Marcello per il 2006. Ma al di là dei nomi, mi interessa che, nel caso, non si disperda il lavoro del Mancio".
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