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Adani: “Finale? Non si protesta quando si va in panchina. Non so perché è finita con Sky”

Andrea Della Sala

Intervistato dal Corriere della Sera, l'ex difensore dell'Inter e ora opinionista ha parlato del Mondiale ma anche della sua carriera

Intervistato dal Corriere della Sera, l'ex difensore dell'Inter e ora opinionista Lele Adani ha parlato del Mondiale ma anche della sua carriera:

Adani profeta: «E Diego disse: dopo di me verrà un altro numero 10...».

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«Da due anni, da quando è morto, non c’è giorno che io non pensi a Maradona».

I telespettatori protestano.

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«I telespettatori vogliono emozioni».

La Rai non le farà commentare la finale dei Mondiali.

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«Mi hanno insegnato che quando il mister ti manda in panchina non si chiede mai perché».

La finalina per il terzo posto non è da Adani.

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«Non era previsto che commentassi la finale. Ho fatto 14 telecronache. Un’esperienza stupenda; già mi manca. Una grande spedizione: Donatella Scarnati, Alessandro Antinelli e tutti gli altri hanno fatto un lavoro straordinario».

Fabio Caressa le ricorda che un conto è commentare per gli appassionati di Sky, un altro per il pubblico generalista.

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«L’ho sentito dire anche in Rai. Ma pure il pubblico generalista è appassionato di calcio. Legga i messaggi che ricevo. Decine al giorno. Mi scrivono per ringraziare, commentare, chiedere aiuto...».

Cristiano Ronaldo dovrebbe tornare allo Sporting Lisbona?

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«Arriva sempre nella vita l’ora di restituire parte di quello che ti è stato donato: le grida d’amore di ottantamila persone. La morte sportiva è un momento drammatico. Guardi qui in Qatar: oltre a Cristiano, Suarez, Cavani, Modric, Di Maria, anche Messi...».

L’attaccante più forte con cui lei abbia mai giocato?

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«Ronaldo Luis Nazario da Lima: faceva cose che non si erano mai viste fare a nessuno. Poi Batistuta. L’ho incontrato qui l’altro giorno, in un parcheggio. Ci siamo abbracciati. Aveva le caviglie a pezzi. Ora sta meglio, ha ripreso a camminare. Il calcio è anche sofferenza».

Balotelli è un bluff o un campione mancato?

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«Era fortissimo. Aveva tutto. Ma è difficile resistere sia all’amore che ti piove addosso, sia all’invidia. Tutti vorrebbero fare il calciatore; quasi nessuno ci riesce».

Lei aveva iniziato ad allenare.

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«Mancini mi chiese di fargli da vice all’Inter. Ma lavoravo già a Sky, e avevo dato la mia parola».

Perché con Sky è finita?

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«Non lo so. Non me l’hanno mai spiegato. Il rapporto prima si è raffreddato, poi si è interrotto».

Perché ce l’ha tanto con Allegri?

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«Non ce l’ho con Allegri. Per due volte ho interagito con lui, per due volte si è tolto l’auricolare e se n’è andato».

Cosa gli rimprovera?

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«Non si è evoluto. Lo farà, ne sono certo. Per ora, non mi piace come gioca e non mi piace come parla. Corto muso... Allegri non ha capito che il calcio contemporaneo deve dare emozioni».

Con Vieri vi siete inventati la Bobo tv.

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«È la cosa più rivoluzionaria. Mi sa che qualche suo collega giornalista la patisce un po’».

Cassano però non ne azzecca una.

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«Bugia. Antonio è un generoso. Siete voi che volete sempre ridurlo al trash. L’avete preso in giro quando disse che Julian Alvarez era meglio di Haaland; e adesso Alvarez è la sorpresa del Mondiale».