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Adani: “Inter, non è solo sfortuna. Col Benfica serve una squadra perfetta e Lautaro al top”

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Del momento dell'Inter e della gara di ieri sera a Salerno pareggiata 1-1 ha parlato, a La Gazzetta dello Sport, l'opinionista Lele Adani

Andrea Della Sala

Del momento dell'Inter e della gara di ieri sera a Salerno pareggiata 1-1 ha parlato, a La Gazzetta dello Sport, l'opinionista Lele Adani. L'ex difensore dell'Inter si è soffermato anche sulla sfida di Champions contro il Benfica:

Sfortunata l’Inter?

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«Chiaro. Ma quando le cose si ripetono un po’ troppe volte, non può essere solo questione di buona o cattiva sorte. L’Inter ha perso a La Spezia sbagliando tanti gol, poi con la Fiorentina in un modo simile. Ecco, se Inzaghi e la squadra cominciano a pensare che i risultati sono frutto solo di episodi sfortunati, commettono un grave errore. Perché poi è difficile liberarsi da questo pensiero...».

Adani: “Inter, non è solo sfortuna. Col Benfica serve una squadra perfetta e Lautaro al top”- immagine 2

Di certo con il Benfica non si potranno commettere così tanti errori.

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«Assolutamente no. Il Benfica avrà anche perso ieri con il Porto, ma è una squadra che in tutta la stagione ha sbagliato sì e no una o due partite, un po’ come il Napoli. È forte e mette in campo la direzione tecnica di Rui Costa nella sua massima espressione e le idee di un allenatore bravo come Roger Schmidt. Io mi aspetto che i portoghesi facciano la loro solita partita di dominio del ritmo e del gioco. L’Inter dovrà essere perfetta e fortunata lì dove non lo è stata di recente: nelle due aree di rigore».

Ci spiega meglio?

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«Inzaghi non ha un Rafa Silva, genietto tra le linee di Schmidt, capace di dare fantasia alla manovra. E anche gli esterni non possiedono nel bagaglio tecnico l’uno contro uno. Eppure l’Inter in Serie A crea generalmente tanto, grazie alla pulizia dei passaggi, alla fisicità e al lavoro degli attaccanti. Ecco, contro il Benfica non si può pretendere di avere le occasioni di Salerno o di concedere pochissimo a un avversario che gioca un gran calcio. E allora bisogna essere cinici davanti e bravi dietro. Parafrasando quello che è successo nell’andata con il Porto: Lukaku che segna, Onana che para».

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Chi sarà l’ago della bilancia tra i nerazzurri?

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«Col Porto avevo detto Lukaku e alla fine ha deciso proprio lui... Stavolta dico Lautaro, che arriva da un periodo poco brillante, ma deve svoltare. A 25 anni ha segnato 8 gol in Champions. Sono pochi per un calciatore che ha giustamente l’ambizione di essere considerato tra i migliori».

Non pare al top fisicamente...

—  

«Può essere. Lautaro è il classico calciatore che maschera la condizione con la cattiveria agonistica e il sacrificio. Ha un atteggiamento vincente, ma ieri su quello scatto, prima di sbagliare lo scavetto davanti a Ochoa, si è visto che ha la gamba un po’ debole».

 

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