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Questa sera si gioca Inter-Fiorentina. Della gara di questa sera a San Siro ha parlato un doppio ex, Lele Adani. Queste le dichiarazioni del telecronista a La Gazzetta dello Sport:
Adani, la Fiorentina è destinata a rimanere lì in alto?
«Vedo un bell’assemblaggio tra ambiente, tecnico e giocatori, costruito per il futuro ma che già oggi si diverte molto. Un gruppo che ha voglia di migliorare, che ha saputo trasformare un dramma come la morte di Astori in energia positiva. Solo il tempo dirà se è già da prime 4, ma il percorso è giusto».
Quello dell’Inter, invece, che percorso è?
«Una strada tutta da scoprire. Si è indebolita a inizio mercato perdendo due fuoriclasse come Cancelo e Rafinha. La strategia però è stata interessante, ha scelto diversi giocatori nello stesso reparto, per muoversi cioè sotto o vicino alla prima punta. Ora Spalletti deve trovare il modo di farli giocare insieme. Vanno ancora valutati sotto il profilo dell’intesa e del risultato. Davanti devono condividere l’idea dell’allenatore, non basta comprenderla. In questo la Viola è più avanti».
Chi invece è più avanti tra Icardi e Simeone?
«Il Cholito è un gradino sopra ed è tempo che se ne renda conto. Ha segnato i suoi 13-15 gol, ma fa anche crescere la squadra. Sotto l’aspetto della voglia, della tecnica e della malizia è pronto per il grande salto».
E Icardi?
«Sta migliorando nelle sue virtù ma è ancora un punto interrogativo negli altri aspetti del gioco. E non parlo di volontà o capacità di relazionarsi con i compagni. Mauro ha due palle così... ma deve crescere a livello di resa. Ormai l’attaccante atipico è quello come lui, che segna tanto ma non partecipa alla manovra. Oggi tutti gli attaccanti giocano a calcio. Se si toglie la fissazione che esiste solo l’area di rigore, esplode definitivamente. Senza dimenticare che Nainggolan deve ancora intendersi con Mauro».
Quanto sarebbe importante per l’Inter espugnare il proprio stadio, dove in questo campionato non ha ancora vinto?
«Tantissimo. Per Spalletti e i suoi è un esame più delicato di quello con la Samp. Una buona prestazione, con risultato, porterebbe alla consapevolezza che il percorso è quello giusto. E l’effetto San Siro inizierebbe a farsi sentire davvero. Ma aver vinto due volte nel recupero dice che l’Inter a livello emozionale c’è. Sa dare tutto quando serve, senza scomporsi».
Pronostico?
«Non amo farne. Credo che saranno decisivi Perisic, Chiesa e Pjaca (se gioca). I viola hanno un attacco più coeso, l’Inter va a fiammate e Ivan in questo è unico».
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