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Adani: “Mazzarri ha capito i limiti dell’Inter. Guardate che Alvarez è veloce! Se…”

Daniele Mari

Daniele Adani, ex difensore nerazzurro ora commentatore di Sky, ha parlato della squadra nerazzurra a Tuttosport, partendo dai meriti di Walter Mazzarri: Adani, in che modo Mazzarri è riuscito a invertire la tendenza negativa della scorsa...

Daniele Adani, ex difensore nerazzurro ora commentatore di Sky, ha parlato della squadra nerazzurra a Tuttosport, partendo dai meriti di Walter Mazzarri:

Adani, in che modo Mazzarri è riuscito a invertire la tendenza negativa della scorsa stagione?

«Secondo me, è troppo presto per fare statistiche. Sono solo due giornate di campionato e un turno di Coppa Italia. Un anno fa dopo 11 giornate l’Inter era a un passo dalla Juventus. E poi abbiamo visto com’è finita. Quello che posso dire è che si vede un atteggiamento diverso».

Quali sono le novità?

«E’ questione di capire pregi e limiti di una squadra. Se pensi di essere talmente forte da imporre il tuo gioco nella metà campo avversaria, rischi di non riuscirci perché non sei ancora quel livello. Magari sbagli due passaggi e perdi la sicurezza che devi riconquistare. Mazzarri ha capito che non è l’Inter di tre anni fa, di Mancini o Mourinho. E sta ripartendo da un tipo di controllo differente basato su coesione, sacrificio, attenzione e voglia di difendere da parte di tutti. Poi, a poco a poco, è possibile alzare il baricentro e imporre il gioco come successo nel finale a Catania».

Quali sono i segnali più evidenti di questo cambio di mentalità?

«Vedere i giocatori di talento che rientrano negli ultimi trenta metri per recuperare palla. Questo esalta i difensori perché trasmette voglia di lottare insieme e di andare su ogni contrasto».

Pensa in particolare ad Alvarez?

«Sì, ma per me non è una sorpresa. L’anno scorso ero uno dei tre o quattro italiani che ancora credevano in Ricky Alvarez. Mi è sempre piaciuto, fin dai tempi del Velez Sarsfield. E non è vero che è lento. Questo è un modo sbagliato di leggere il suo gioco, frutto delle sue movenze e delle sue lunghe leve. Ma è rapido, ha un controllo che taglia sempre via l’avversario. Se non sei veloce, non fai un gol come quello di Catania».

Allora, mentalità a parte, è troppo presto per parlare di una nuova difesa targata Mazzarri?

«Sì. Tatticamente si può vedere che i due esterni aiutano molto i centrali. E quando un difensore accorcia sull’attaccante avversario che rientra a centrocampo, c’è grande attenzione alle marcature alle sue spalle. Ma questi sono accorgimenti che i calciatori, a questi livelli, conoscono già».

A livello individuale vede miglioramenti?

«Juan Jesus ha grandi potenzialità, ma può ancora migliorare molto. E questo vale per tutti. Bisogna eliminare alcune distrazioni. L’Inter deve crescere. Certo, Campagnaro ha portato grande affidabilità. Conta avere sul campo un calciatore che conosca la mentalità del nuovo allenatore e la trasferisca al gruppo. Lui lo fa con umiltà, voglia di lavoro e un gioco muscolare che carica i compagni».

Sta tornando Samuel: chi potrebbe fargli spazio?

«Non mi pongo questo problema. Titolari e riserve sono categorie che piacciono alla critica e ai giornalisti. Per me esiste un unico gruppo di lavoro».