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Dopo aver vestito le maglie di importanti club come Arsenal, Real, City e Tottenham, Adebayor gioca ora per l'Istanbul Basaksehir. Intervistato da La Gazzetta dello Sport ha parlato del suo passato e degli allenatori avuti in carriera:
Se potesse tornerebbe indietro? Magari a Londra, dove si sentiva invincibile.
«Il miglior Adebayor di sempre. Forte e motivato a lasciare il segno lontano dalla Francia. Con l’Arsenal realizzai un sogno, proprio a Londra dove passò Kanu, il mio idolo».
I fan non le hanno mai perdonato l’esultanza col City.
«Colpa di Wenger. Disse che lasciavo per soldi, ma fui ceduto per necessità economiche del club. Però anche grazie a lui sono diventato un calciatore importante. Mi ha insegnato tanto e aiutato, specie all’inizio».
Miglior tecnico in carriera?
«Mourinho è il top, un grande uomo che con la squadra crea un’empatia unica. Tra di noi un rapporto spettacolare. Ma non posso non citare Sherwood: al Tottenham fu un secondo padre. Ora c’è Pochettino, uno dei migliori in Europa: andrà di sicuro in qualche top club».
Con Mancini al City invece il feeling è mancato.
«Rapporto mai decollato. Non mi è mai piaciuto, sia come persona che come tecnico. Inoltre i suoi allenamenti erano tanto noiosi: quanta tattica…».
In campo tante avventure con molti campioni.
«Cristiano Ronaldo, Henry, Bergkamp, i Touré, Tevez, Vieira… Sono solo alcuni. Tutti fenomeni, impossibile scegliere».
Segue il calcio italiano?
«Ovvio. Ultimi anni duri, in primis per Milan e Inter, ma ci stanno degli alti e bassi. La A resta un riferimento. La Juve lotta sempre per la Champions, il Napoli gioca alla grande e la Roma sta facendo grandi cose in Europa. Poi io amo l’Italia. La capitale è storia, anche se ho un debole per Milano. Città stupenda, anche per la moda!».
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