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Adriano: “Temevo la camicia di forza, dissi no a Moratti. Bevevo e alla fine la soluzione fu…”

Gianni Pampinella Redattore 

Fu allora che Massimo Moratti, allora presidente dell'Inter, lo chiamò per un colloquio e gli propose il ricovero in una clinica di riabilitazione in Svizzera. "Guardavo la porta, spaventato. Pensavo che da un momento all'altro sarebbero entrate delle infermiere con la camicia di forza. Che cazzo era quello? Non lo avrei assolutamente accettato. Volevo lasciare subito la stanza". La soluzione proposta da Gilmar Rinaldi, all'epoca avvocato di Adriano, era che il giocatore si recasse a San Paolo per sottoporsi a cure presso il Reffis (Fisioterapia e Riabilitazione Fisiologica Sportiva) e l'Imperatore accettò: "C'erano continuamente alcune idee sbagliate che mi passavano per la testa. Ho dovuto lasciare l'Italia. San Paolo è stata la mia fuga. Hanno messo insieme un fantastico piano per farmi recuperare. Lo psichiatra che mi hanno assegnato per curarmi ha lavorato meglio di quello dell'Inter, a dire il vero".

"Il trattamento che mi hanno riservato i ragazzi è stato davvero buono. Ha iniziato a dare risultati rapidamente. Era tornata la voglia di correre in campo, di fare quella parte noiosa della preparazione. Mi ero preso una pausa dal bere. Ho parlato con lo psichiatra. Ho seguito le sue cure e ho fatto la mia parte in campo. Pensavo di essermi ripreso".

(UOL)