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Agnelli, pace con Tavecchio ma altro che tregua: richiesta danni alla FIGC sale a 581 mln

Dario Di Noi

Se sul piano politico la Juventus e Andrea Agnelli hanno dichiarato la pace con l’ex nemico Tavecchio, passato da «inadeguato» a «garante delle riforme», sul piano giuridico la querelle legata a Calciopoli non è assolutamente finita qua. A...

Se sul piano politico la Juventus e Andrea Agnelli hanno dichiarato la pace con l’ex nemico Tavecchio, passato da «inadeguato» a «garante delle riforme», sul piano giuridico la querelle legata a Calciopoli non è assolutamente finita qua. A raccontarne i dettagli è il Corriere della Sera uscito oggi in edicola: "Colpisce che, sul piano giuridico, la Juve abbia deciso di aggiungere un altro atto ostile all’infinita battaglia di Calciopoli che la vede contrapposta alla Federazione nelle aule di tribunale. Il club bianconero, infatti, difeso dall’avvocato Luigi Chiappero, ha deciso - e non era scontato - di fare appello al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del Lazio che, il 6 settembre, aveva definito come «infondata e inammissibile» la richiesta di risarcimento avanzata dalla Juve alla Federazione. Solo che nel frattempo la richiesta danni (già giudicata «strabiliante» dall’avvocato Figc Luigi Medugno) è persino cresciuta: per via degli interessi è passata dai 443 milioni 725mila e 200 euro agli attuali 581 milioni e 22 mila euro. La questione dovrebbe essere discussa nel 2017, a 11 anni da Calciopoli. Riepiloghiamo la vicenda: la Juve si era rivolta al Tar il 7 novembre 2011 dopo che le indagini della Procura federale portarono alla luce - fuori tempo massimo per qualsiasi procedimento, visto che era intervenuta la prescrizione - le telefonate di altri dirigenti, tra cui quelli dell’Inter. Il club bianconero contestava quindi alla Figc di non aver preso provvedimenti per revocare l’atto con cui il commissario Rossi aveva assegnato (il 26 luglio 2006) lo scudetto ai nerazzurri (lamentando una «disparità di trattamento»), chiedeva la non assegnazione dello scudetto e la condanna della Figc «al risarcimento del danno ingiusto subito a seguito dell’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa e del mancato esercizio di quella obbligatoria». Il Tar aveva definito il ricorso «in parte inammissibile e, per la restante parte, infondato». La Juve infatti aveva già impugnato al Tar nel 2006 le sentenze di Calciopoli salvo poi rinunciare per ricorrere a un arbitrato, ciò che ha reso inammissibile una nuova pronuncia del Tar. Inoltre l’assegnazione dello scudetto all’Inter (difesa dagli avvocati Luisa Torchia, Adriano Raffaelli e Angelo Cappellini) è stata definita non illegittima. Ora la Juve insiste e cerca ragione anche al Consiglio di Stato".

(Corriere della Sera)