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Perché?
«Garcia è ancora l'allenatore del Napoli. De Laurentiis poteva chiamarlo per comunicargli l'esonero e invece non l'ha fatto. Potrebbe essere per lui una spinta in più. Il calcio è così, se le cose dovessero andare bene magari tra quindici giorni ci saremmo dimenticati di tutto quello che è accaduto. Non mi aspetto contraccolpi anche perché gli allenatori devono avere spalle larghe, più di tutti, ma di sicuro da questo momento in poi qualcosa cambierà».
Vuole dire che la conferma può essere uno stimolo in più?
«No, questo lo escludo, ma per il semplice motivo che Garcia già stava facendo il massimo, certo con qualche errore, come i calciatori. Anche loro sbagliano».
Come si riparte, invece, agli occhi della squadra?
«Garcia ha perso un po' di forza dinanzi ai calciatori e già c'erano state diatribe con qualcuno in passato. Sicuramente lo spogliatoio non è ai massimi livelli in questo momento».
De Laurentiis, intanto, si accomoda al suo fianco. Un allenatore come vive la presenza del presidente ad un passo dal campo?
«De Laurentiis è a capo della società e ovviamente può fare quello che vuole. Per esperienza anzi dico che un presidente presente fa sempre piacere all'allenatore. Certo in questo momento il "controllo" magari non sarà la cosa migliore per Garcia che si sentirà ancora di più sotto esame. Ma uno come De Laurentiis può compattare ancora di più lo spogliatoio ed è quello che servirebbe ora al Napoli».
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