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Il giornalista Stefano Agresti ha commentato su La Gazzetta dello Sport la vittoria in rimonta dell'Inter di Inzaghi contro l'Empoli a San Siro:
L’Inter ieri è stata pazza, come da definizione: Conte la voleva poco folle e molto solida, e si infuriava di fronte a chi rideva di quella curiosa caratteristica nerazzurra; a Inzaghi va bene anche così, con la testa tra le nuvole, basta che alla fine ne venga fuori. Ce l’ha fatta pure stavolta, nonostante dopo mezz’ora fosse sotto di due gol e sembrava che a essere fatale, per le sorti del campionato, non fosse il Verona ma l’Empoli. Poi gli errori difensivi si sono ridotti - però che disastro là dietro nella prima parte della gara - e Lautaro ha ribaltato la contesa. I nerazzurri hanno conquistato ventidue punti da situazioni di svantaggio, record europeo. No, non è un caso. Semmai viene da chiedersi - e qualcuno all’Inter lo sta sicuramente facendo - come sarebbe finita a Bologna se i nerazzurri avessero messo in campo lo stesso furore agonistico di ieri. Invece di fronte alla squadra di Mihajlovic sono stati molli, oltre che imprecisi e goffi. E al momento è proprio quell’incontro a indirizzare la lotta per lo scudetto, consegnando al Milan la possibilità di prenderselo.
A due settimane e tre partite dalla fine del campionato, non conta come vinci: basta che tu ci riesca. Anche andando sotto due gol contro una squadra meno attrezzata e meno motivata, benché decisamente bella. Anche aprendo in modo inquietante la difesa all’avversario. Se l’Inter avesse giocato una partita così contraddittoria qualche mese fa, Inzaghi avrebbe avuto motivo di preoccuparsi pensando al futuro; adesso prende i tre punti e guarda avanti. A Verona-Milan, ovviamente. E anche alla finale di Coppa Italia, che mercoledì opporrà l’Inter alla Juve. Il giudizio sulla stagione dei nerazzurri - e quindi del loro allenatore - dipenderà dalle prossime due settimane. Può ancora fare il “tripletino”, chiudendo l’anno in modo trionfale. Ma nello stesso tempo rischia di rimanere a mani (quasi) vuote: non basterebbe la Supercoppa italiana a evitargli critiche e processi.
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