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Certo, dopo avere visto questa partita viene difficile immaginare che possano verificarsi due eventi concomitanti decisamente particolari: da una parte il crollo dell’Inter, dall’altra un percorso quasi senza macchie della Juve. Perché lo scontro diretto di San Siro ha confermato quanto pensavamo e dicevamo dall’inizio della stagione, e quanto abbiamo ripetuto anche negli ultimi giorni: i nerazzurri sono migliori ovunque, in particolare a centrocampo e nella qualità delle riserve ; i bianconeri hanno già realizzato un piccolo miracolo, o una grande impresa, rimanendo in scia alla squadra di Inzaghi fino a questo punto. La differenza tra le due squadre è stata evidente. Se vogliamo trovare una pecca nella gara dell’Inter possiamo rimproverarle di non avere chiuso l’incontro nelle tante occasioni che ha avuto, alcune sfumate per merito degli avversari (Szczesny e Bremer su tutti), altre per imprecisioni proprie. Così la Juve è rimasta aggrappata alla possibilità di pareggiare fino al 95’, anche se alla fine andando a contare le parate di Sommer ci fermiamo a un numero desolante: zero. L’occasione più pericolosa dei bianconeri l’ha creata Gatti, l’autore dell’autogol decisivo, con un gran bel tiro da fuori area passato a una manciata di centimetri dal palo.
Abbiamo raccontato dei meriti dell’Inter e del senso di impotenza trasmesso per lunghi minuti dalla Juve. La diversità, determinata (come dicevamo) un po’ in ogni reparto e in ogni giocatore, ha probabilmente la sua espressione massima nel regista. Calhanoglu è diventato un campione di livello assoluto, ha qualità e consistenza, sa fare tutto e tutto bene: illumina e tira, contrasta e gestisce il ritmo della partita, accendendola o addormentandola in base alle esigenze della sua squadra . È difficile oggi trovare uno così, anche a livello internazionale. Il suo alter ego juventino, Locatelli, al cospetto scompare. Anche lui si è adattato a una posizione nuova, proprio come il turco, ma non ha le stesse caratteristiche e, soprattutto, si è calato in un ruolo che non conosceva per l’emergenza nella quale si è venuto a trovare Allegri, che non ha un altro uomo da schierare in quella posizione. Calhanoglu no, lui ha avuto la possibilità di affermarsi da regista mentre in organico l’Inter aveva ancora Brozovic, che il club ha ceduto solo quando ha avuto la certezza di avere trovato un sostituto adeguato, anzi migliore.
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