00:30 min

ultimora

Agresti: “Calhanoglu campione di livello assoluto. Dopo ieri siamo qui a farci una domanda…”

Andrea Della Sala Redattore 
Della sfida vinta dall'Inter ieri sera a San Siro sulla Juve ha parlato il giornalista Stefano Agresti sulle pagine de La Gazzetta dello Sport: 

Della sfida vinta dall'Inter ieri sera a San Siro sulla Juve ha parlato il giornalista Stefano Agresti sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:

E ora siamo qui a farci la domanda forse più scontata, finanche banale: lo scudetto si è assegnato il 4 febbraio? Il guaio è che si tratta di un quesito senza risposta, perché la logica ci conduce in una direzione (come può questa Inter così forte e completa, organizzata e concreta, praticamente imperforabile in difesa, dilapidare un patrimonio di quattro punti che potrebbero anche essere sette?), ma la realtà e la storia continuano a dare speranze alla Juve. La realtà dice che i bianconeri hanno a disposizione ancora quindici partite per cercare di recuperare lo svantaggio - i nerazzurri ne hanno una in più, lo sappiamo - e non ha senso cancellare i sogni con tante gare da giocare; la storia racconta di rimonte avvenute colmando ritardi più ampi in tempi più stretti, e anche in quelle circostanze le capolista sembravano inattaccabili salvo precipitare nello sprint finale.

Certo, dopo avere visto questa partita viene difficile immaginare che possano verificarsi due eventi concomitanti decisamente particolari: da una parte il crollo dell’Inter, dall’altra un percorso quasi senza macchie della Juve. Perché lo scontro diretto di San Siro ha confermato quanto pensavamo e dicevamo dall’inizio della stagione, e quanto abbiamo ripetuto anche negli ultimi giorni: i nerazzurri sono migliori ovunque, in particolare a centrocampo e nella qualità delle riserve ; i bianconeri hanno già realizzato un piccolo miracolo, o una grande impresa, rimanendo in scia alla squadra di Inzaghi fino a questo punto. La differenza tra le due squadre è stata evidente. Se vogliamo trovare una pecca nella gara dell’Inter possiamo rimproverarle di non avere chiuso l’incontro nelle tante occasioni che ha avuto, alcune sfumate per merito degli avversari (Szczesny e Bremer su tutti), altre per imprecisioni proprie. Così la Juve è rimasta aggrappata alla possibilità di pareggiare fino al 95’, anche se alla fine andando a contare le parate di Sommer ci fermiamo a un numero desolante: zero. L’occasione più pericolosa dei bianconeri l’ha creata Gatti, l’autore dell’autogol decisivo, con un gran bel tiro da fuori area passato a una manciata di centimetri dal palo.

Abbiamo raccontato dei meriti dell’Inter e del senso di impotenza trasmesso per lunghi minuti dalla Juve. La diversità, determinata (come dicevamo) un po’ in ogni reparto e in ogni giocatore, ha probabilmente la sua espressione massima nel regista. Calhanoglu è diventato un campione di livello assoluto, ha qualità e consistenza, sa fare tutto e tutto bene: illumina e tira, contrasta e gestisce il ritmo della partita, accendendola o addormentandola in base alle esigenze della sua squadra . È difficile oggi trovare uno così, anche a livello internazionale. Il suo alter ego juventino, Locatelli, al cospetto scompare. Anche lui si è adattato a una posizione nuova, proprio come il turco, ma non ha le stesse caratteristiche e, soprattutto, si è calato in un ruolo che non conosceva per l’emergenza nella quale si è venuto a trovare Allegri, che non ha un altro uomo da schierare in quella posizione. Calhanoglu no, lui ha avuto la possibilità di affermarsi da regista mentre in organico l’Inter aveva ancora Brozovic, che il club ha ceduto solo quando ha avuto la certezza di avere trovato un sostituto adeguato, anzi migliore.


 

 


Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Inter senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con FC Inter 1908 per scoprire tutte le news di giornata sui nerazzurri in campionato e in Europa.