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Nel consueto appuntamento con la rubrica "Il tema del giorno", il giornalista de' La Gazzetta dello Sport Stefano Agresti analizza il doppio impegno dell'Italia e si concentra su Davide Frattesi, goleador azzurro sotto la gestione Spalletti con sei reti da quando l'ex tecnico del Napoli si è seduto sulla panchina della Nazionale.
"Frattesi. Anche stavolta è stato il migliore. Il suo rendimento in Nazionale è impressionante: in ventuno partite ha segnato sette gol, una media da attaccante, e ogni volta dà uno straordinario contributo di dinamismo, concretezza, pericolosità. Diventa difficile immaginare che nell’Inter possa vivere un’altra stagione come quella passata, nella quale ha giocato pochissimo: in campionato appena sei partite da titolare, ma la metà di queste a scudetto già conquistato, e soltanto 935 minuti (276 a obiettivo raggiunto).
Eppure, in quegli spezzoni di gara, ha realizzato sei gol ed è stato spesso prezioso. È vero che Inzaghi ha un centrocampo forte e completo, ma in alcuni componenti decisamente avanti con l’età. Mkhitaryan - ad esempio - è un campione, però corre verso i 36 anni. Frattesi non deve necessariamente diventare un titolare inamovibile, ma non può nemmeno continuare a giocare spezzoni di partita. Com’è successo nello scorso campionato e come sta accadendo anche in questo torneo, nel quale finora è stato impiegato 53 minuti in tre partite, in media nemmeno 20 minuti a incontro (con l’Atalanta è entrato al 79’ quando il risultato era già sul 4-0).
In questo modo non viene penalizzato solo Frattesi ma, alla lunga, rischia di rimetterci anche l’Inter. Fino a quando un giocatore così decisivo riuscirà a trasformare in energia positiva il ruolo di comprimario al quale è relegato in nerazzurro? E che vantaggio ha l’Inter nel concedere così poco spazio a un giovane di sua proprietà?".
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