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Agresti: “Inter, per gli ottavi manca poca roba. Ma fa impressione che…”
Il pensiero di Stefano Agresti dopo la vittoria dell’Inter contro il Salisburgo per 2-1. Sulla Gazzetta dello Sport, il giornalista si è così espresso sui nerazzurri e sul Napoli di Rudi Garcia: “Due balzi in avanti. Non decisivi, non ancora almeno: per qualificarsi agli ottavi di Champions, a Inter e Napoli manca ancora qualcosa. Poca roba, per la verità: a Inzaghi sarà sufficiente vincere a Salisburgo per garantirsi la qualificazione; Garcia dovrà battere l’Union Berlino in casa e a quel punto servirà un mezzo miracolo al Braga per scavalcarlo. Ci siamo quasi, insomma. Inter e Napoli avanti a braccetto, con partite in fondo simili: senza essere così convincenti, meno che mai entusiasmanti; con qualche rischio che poteva e doveva essere evitato. Tant’è: gli ottavi sono lì, soprattutto per i nerazzurri. Tra due settimane dovrebbero prenderseli. E potrebbero guardare alla parte finale del 2023 - così intensa, così importante - senza avere l’assillo di dover fare risultato in Champions. Un bel vantaggio, in campionato.
L’Inter non ha giocato una partita brillante, ma il risultato splende eccome. Per una volta non ha segnato Lautaro - gli hanno annullato un gol per un niente, Frattesi era in fuorigioco - ma è finalmente arrivata la prima rete nella seconda avventura interista di Sanchez. L’Inter ha bisogno di altri goleador oltre all’argentino e a Thuram; ora toccherà ad Alexis trovare continuità, di impiego e di rendimento, in modo che i due titolari possano anche tirare il fiato.
È stato un altro piccoletto, Raspadori, a trascinare il Napoli oltre il muro dell’Union. Per scalarlo, gli azzurri si sono dovuti liberare delle loro debolezze attuali. Lobotka, ad esempio: raramente lo avevamo visto sbagliare tanto. Gli ultimi due risultati (il 3-1 di Verona, l’1-0 di Berlino) dicono che la squadra di Garcia sa vincere anche senza Osimhen: in campionato avevano segnato Politano e Kvaratskhelia, stavolta il georgiano ha ispirato Raspadori con una magia . Fuori il centravanti titolare, dentro Jack (più De Laurentiis, sempre presente): il Napoli va.
C’è un aspetto che colpisce nel Salisburgo, sconfitto a fatica dall’Inter: l’età dei calciatori. Se la mettiamo in relazione alla loro capacità di tenere testa alla finalista dell’ultima Champions, in uno stadio stracolmo di tifosi nerazzurri, la maturità di questa squadra fa impressione. Esclusi il portiere Schlager e il vecchio Ulmer, ormai prossimo ai 38 anni, la formazione iniziale era composta solo da giovani nati nel nuovo millennio. Il francese Solet, classe 2000, era il vecchio di un gruppo di cui facevano parte tre ragazzi del 2003 e un 2004, il talentuoso israeliano Gloukh, autore del gol. Sapete quanti erano i rappresentanti della Generazione Z tra i titolari dell’Inter? Zero. I bimbi della squadra - Bastoni, Carlos Augusto, Frattesi - sono tutti del ‘99. Numeri che fanno riflettere, lo specchio di una cultura che non riguarda solo l’Inter, ma gran parte dei nostri club: vecchio è meglio”, si legge.
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