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Agresti: “Milano parte male: il campo ha detto che entrambe Inter e Milan…”

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L'analisi del giornalista: "Solo le sensazioni alla fine sono differenti, quasi opposte, ma questo dipende dall’andamento delle gare"
Marco Astori Redattore 

Tra le pagine dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Stefano Agresti, giornalista, ha analizzato i pareggi di Inter e Milan all'esordio in campionato: "Due squadre, due partite, due punti: Milano non comincia bene la corsa allo scudetto, che molti - quasi tutti - vedono di nuovo da quelle parti, sotto la Madonnina, anche nel 2025. Un punto a testa, identico pure il risultato (due a due) e perfino il minuto dei gol decisivi è lo stesso, il 95’. Solo le sensazioni alla fine sono differenti, quasi opposte, ma questo dipende dall’andamento delle gare: l’Inter si è fatta raggiungere quando ormai pensava di averla vinta da un Genoa capace di andare oltre qualsiasi cessione; il Milan era sotto addirittura due gol all’89’ contro un Torino che quel doppio vantaggio lo aveva meritato grazie a un’organizzazione di gioco già efficace, e ha rimontato con un assalto finale disperato e coraggioso.

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I nerazzurri hanno finito increduli per la mancata vittoria, i rossoneri per la mancata sconfitta. Solo le emozioni, però, sono così lontane: il campo ha detto che Inter e Milan sono entrambe indietro di condizione e devono crescere. È normale che sia così, in fondo siamo alla prima giornata, ma pensavamo di trovarle in forma un po’ migliore. Del resto era il debutto anche per il Genoa e per il Torino. Quando Thuram ha segnato il secondo gol della sua splendida partita, all’85’, era difficile immaginare che il risultato potesse tornare in discussione.Inzaghi aveva messo dentro quattro dei campioni che aveva nella sua straricca panchina, incluso l’incontenibile Frattesi (ma davvero lo attende un’altra stagione da riserva?), mentre Gilardino non aveva un solo attaccante da proporre per dare sostegno a Vitinha e Messias, peraltro già spremuti: Gudmundsson era a Firenze, Retegui a Bergamo e Pinamonti in tribuna, così ha dovuto far debuttare Ekhator, classe 2006. Tutto scritto, dunque? Macché: l’Inter è andata in affanno, si è fatta chiudere e Bisseck - divenuto improvvisamente titolare nell’estate nerazzurra - ha combinato la frittata. Che poteva e doveva essere evitata, ma che è arrivata a conclusione di un incontro gestito male, con eccessiva fatica e non solo fisica.


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Nota sulla Var: chi continua a pensare che sia un problema e non una soluzione, immagini cosa sarebbe stata la giornata di ieri nel calcio di dieci anni fa, quando questo benedetto marchingegno non esisteva. L’Inter avrebbe beneficiato di un rigore inesistente e si sarebbe vista annullare un gol regolare; il Genoa non avrebbe avuto l’evidente penalty del pareggio; al Torino sarebbe stata negata la rete del vantaggio nonostante la palla avesse superato nettamente la linea; anche il Milan avrebbe avuto un rigore che non c’era. Risultato: due partite rovinate, grandi polemiche e (soprattutto) tante ingiustizie. Ribadiamo: il problema non è la Var, semmai lo può diventare chi la utilizza. Quando la moviola viene impiegata in modo corretto, aiuta la regolarità del calcio. Bisogna invece capire com’è possibile che si verifichi un episodio come quello di San Siro - un black-out tecnologico che ha rischiato di falsare la gara - affinché non accada più".

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