Il giornalista ha commentato la vittoria del Milan e la prova incolore dell'Inter di Inzaghi nel derby di ieri sera
Il giornalista Stefano Agresti ha commentato la vittoria del Milan e la prova incolore dell'Inter di Inzaghi nel derby di ieri sera
Tanti hanno sottovalutato il Milan. Troppi hanno pensato che fosse piccolo e debole: senza calciatori importanti e anche senza orgoglio, oltre che senza idee.
Tanti hanno sottovalutato il Milan. Forse anche l’Inter. Che non ha avuto l’aggressività, la convinzione, la ferocia mostrate spesso nella scorsa stagione e - ad esempio - mercoledì a Manchester. È andata subito in difficoltà di fronte a un uomo solo in rossonero, Pulisic, e per svegliarsi ha dovuto incassare il gol dell’americano (mai visto un avversario entrare con quella facilità nel cuore della difesa di Inzaghi). Poi si è riassopita e ha permesso al Milan di tornare a essere padrone della partita nella ripresa, quando la squadra di Fonseca ha creato molte nitide occasioni da gol che soltanto per caso non sono state concretizzate fino all’ultimo minuto.
La sensazione è che Inzaghi non sia riuscito a trasmettere alla squadra la rabbia necessaria per prendersi un altro derby (sarebbe stato il settimo consecutivo, un record). Non succede quasi mai, di solito Simone sa entrare nella testa dei suoi giocatori. È probabile che stavolta sia scattato nella mente dei nerazzurri un meccanismo sbagliato: hanno visto il Milan alla deriva, l’hanno sentito descrivere come una banda allo sbaraglio, e si sono dimenticati di andare a leggere la formazione. Il Milan non ha molti fenomeni. E ha qualcuno - tipo Leao - che del fenomeno ha le qualità, non la mentalità, tant’è vero che il fenomeno non lo fa quasi mai (ieri è uscito ed è arrivato il gol della vittoria: sicuramente è stato un caso). Ma il Milan ha diversi campioni di livello internazionale, titolari in selezioni importanti: francese, olandese, portoghese, più il capitano della Spagna campione d’Europa. Come si può sottovalutare una squadra così?