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Agroppi: “Inter e Milan falsano il mercato. Spalletti? Un fenomeno con Totti. Icardi…”

In un'intervista per la Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore si è soffermato sul momento dell'Inter

Gianni Pampinella

 In una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, Aldo Agroppi, ha toccato vari argomenti. L'ex allenatore si è soffermato sul momento dell'Inter e ha commentato la scelta dei nerazzurri di affidare la panchina a Luciano Spalletti: "Cosa non le piace del calcio di oggi? I procuratori. Senza queste figure Donnarumma avrebbe firmato il nuovo contratto in un nano-secondo. La miscela esplosiva è: procuratori più genitori. Poi, ci sono i cinesi…"

I proprietari di Inter e Milan

...che falsano il mercato. L’Inter l’estate scorsa ha messo sul piatto 120 milioni di euro ed è arrivata settima. Ora ne spenderà altrettanti. I cinesi del Milan hanno fatto acquisti per oltre 200 milioni. Un presidente come Cairo come può competere con simili follie? Dico Cairo ma penso anche ai Della Valle che si sono stancati di spendere e di essere contestati perché arrivano soltanto quinti, sesti o settimi. Siamo fuori di testa. Questo è il campionato dei folli.

L’Inter riparte da Spalletti

Luciano mi piace. E’ stato un fenomeno a gestire il finale di carriera di Totti. Non era facile rimettere a posto le cose dopo i disastri del sergente Garcia. Solo Zorro poteva riuscirci. Però il vero eroe della storia è stato Francesco.

Spalletti e l’Inter

Luciano ha passione, competenza e personalità. Dovrà rimettere ordine nello spogliatoio. L’Inter deve ritrovare la cultura del lavoro.

Cosa ne pensa di Icardi?

Giocatore importante ma lo vedo un po’ troppo condizionato dalla moglie. Per giocare con Spalletti dovrà cominciare ad allenarsi a testa bassa.

Borja Valero in nerazzurro?

Prendendolo Spalletti ha messo dentro lo spogliatoio una figura che spiega coi fatti quale deve essere il decalogo del bravo calciatore.

La sua Viola riparte da Pioli

E’ stato un mio giocatore. Persona seria. Ha fallito all’Inter perché alle spalle non aveva la società. Piuttosto, che delusione Sousa. Un allenatore prigioniero dei suoi giocatori.

(Gazzetta dello Sport)

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