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Marco Fassone, direttore generale dell'Inter dal maggio 2012, lascia la casa nerazzurra con 9 mesi di anticipo sulla data di scadenza (30 giugno 2016) come commenta Affari Italiani: «Perché l'addio proprio ora? Secondo alcune indiscrezioni ci sarebbero divergenze con Michael Bolingbroke, braccio destro di Thohir e Ad che adesso assumerà anche le deleghe sportive. Diverso il modo di vedere le cose tra i due in un club che è chiamato a tornare in Champions League per prestigio, ma anche per ragioni economiche e che ha scommesso forte su questo rilancio. Non dovesse avvenire è chiaro che porterebbe a una situazione delicata.
Resta il rafforzamento certo di Michael Bolingbroke. E quello presumibile di altri personaggi. Roberto Mancini, ad esempio, potrebbe godere di più poteri in stile manager all'inglese: il tecnico marchigiano in questi mesi all'Inter già comunque ha mostrato quanto pesano le sue decisioni, influenzando in modo decisivo le strategie di mercato (cosa non scontata in un club di calcio).
Attenti anche al ruolo del vicepresidente nerazzurro Javier Zanetti che sembra destinato ad avere una voce di di primissimo piano, magari nell'area tecnica (dove si trova meglio conoscendo molto bene l'ambiente dell'Inter). Andrà poi verificato con i fatti anche il possibile ritorno di Ivan Ramiro Cordoba, avviato alla carriera da direttore sportivo. Decisioni che dovrà prendere Erick Thohir, che ha anticipato a mercoledì il suo arrivo a Milano».
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