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Demetrio Albertini ha rilasciato un'intervista a Libero, nella quale ha toccato i temi più attuali del nostro calcio italiano. Chi vincerà lo scudetto? «La Juve, è forte e abituata. Il Napoli deve fare come il mio Milan nel ’99: crederci fino in fondo per non avere rimpianti».
Italia e Germania: due mondi così lontani?«Il divario con la Germania c’è, lo sapevamo. I dati fanno riflettere: l’età media degli azzurri era di 27,8 anni, la loro 24,3, ma i tedeschi hanno giocato più partite internazionali. Noi siamo più vecchi e meno esperti. È questione di movimento calcistico: l’80% dei giocatori della Germania è passato dalle seconde squadre, che noi non abbiamo.»
I problemi del calcio italiano«In Italia però non è valorizzato, si vive nel quotidiano ma non c’è un progetto futuribile. Sopravviviamo con la nostra storia, mentre gli altri ci hanno sorpassato una ventina di anni fa nelle prime 30 squadre al mondo c’erano tutte le grandi italiane, mentre ora c’è solo la Juve, che investe su giovani e strutture. Lo stadio nuovo è fondamentale: abbiamo ancora le barriere negli stadi.Togliamole, diamo un senso di responsabilità, con regole, controlli e sanzioni, e non solo in curva.»
Tavecchio e la panchina di Conte«Lo dico per esperienza: non è facile per un presidente scegliere il ct. Si sapeva che Conte sarebbe potuto rimanere solo 2 anni. Mi stupisce però che Tavecchio abbia detto che il prossimo ct avrà uno stipendio basso e meno potere. Come a screditare la sua precedente scelta. Sceglierei Capello, ma ha già detto di no. Comunque un uomo di campo.»
Cosa non va invece nel Milan? «Bisogna capire cosa vuole Berlusconi: quando arrivò aveva ambizione, voleva che il Milan diventasse la squadra più forte al mondo. Ora non è chiaro. E manca un progetto sportivo, anche se c’è qualche giovane su cui costruire, prima invece vedevo solo parametri zero»
(Libero)
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