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Le sarebbe piaciuto giocare nella sua Inter?
—«Se fosse un’altra squadra sì. All’Inter non riesco a immaginarmi».
Lei era un centrocampista completo. In chi si rivede nel centrocampo nerazzurro?
—«Barella è dinamico, e come me ama il vino. Frattesi quando parte fa paura. Mkhitaryan è il capolavoro di Marotta. Ma dico Çalhanoglu. Al Galà del calcio gli ho chiesto perché abbia scelto l’Inter. Ha sorriso».
Quando lei era alla Lazio il Cholo Simeone era all’Atletico e viceversa. Vi siete dati il cambio.
—«Per amor d’Atletico, lo seguo da sempre. È più di un allenatore. Il club di oggi è in gran parte una sua creatura» .
Quali i pericoli per i nerazzurri?
—«All’entusiasmo e al dinamismo dell’Atletico, e al calore dello stadio. Nella Liga stanno faticando, per loro vale tantissimo questa partita, ma il dover recuperare l’1-0 li costringerà a scoprirsi».
Come finiranno le partite di oggi e domani di Napoli e Inter?
—«Era la fortuna del principiante, non ho mai giocato una schedina. Dico solo che il Napoli ha il vantaggio di non giocare al Camp Nou. E l’Inter può farsi valere ovunque».
Sacchi, suo maestro, è stato molto critico con Inzaghi. Aveva qualche ragione, o semplicemente anche a Sacchi può sbagliare?
—«Anche Sacchi può sbagliare, come i tanti che hanno messo in discussione Simone. Sta facendo cose straordinarie. Ha costruito una grande squadra, e valorizzato il patrimonio tecnico».
(Repubblica)
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