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Albertini: “Milan cantiere aperto. Inter? Se non avessero aggiustato partite al 90’…”

L'ex centrocampista del Milan sul derby del 15 ottobre e sulle difficoltà dei rossoneri

Matteo Pifferi

Intervistato da Il Corriere della Sera, l'ex centrocampista del Milan Demetrio Albertini ha così parlato del tempo necessario ai rossoneri prima di arrivare ad un amalgama vincente:

"Per plasmare un club vincente non si programma, si raccoglie. Mi spiego meglio: pure io ho vissuto anni di ricostruzione. Nella stagione 1998- 99 eravamo reduci da due campionati disastrosi e si iniziava un nuovo percorso con Zaccheroni. Anche all'epoca si giocava con la difesa a tre, un inedito. Vincemmo lo scudetto con 7 successi consecutivi nel finale perché non ci siamo mai accontentati. Non ci siamo nascosti dietro l’alibi 'se si perde non importa, è l’anno della ripartenza'". Avevamo una mentalità vincente, quella che ora Montella deve dare alla squadra".

SUL DERBY - "A parte il fatto che ritengo il mercato una delle componenti per il successo ma non l’unica, probabilmente se l’Inter non avesse aggiustato più di una partita al 90’ faremmo discorsi diversi. Detto questo, credo che sia presto per dire che i soldi spesi dal Milan sono troppi. L’amalgama si crea cammin facendo. Il Milan è un cantiere aperto, Montella sta ancora procedendo a tentativi".

SUL BONUCCI - "Leo paga il cambiamento: l’anno scorso aveva certezze di gioco, ora le deve maturare. Prematuro dargli la fascia di capitano? No, perché credo che la società volesse donarla a un giocatore che si assumesse le responsabilità. E poi, se per indossarla conta essere titolari, forse Bonucci è con Donnarumma il giocatore più utilizzato".

MILAN A FINE STAGIONE - "Non bisogna porsi obiettivi: il sogno è gratis, poi i conti si faranno alla fine. Mi ha fatto impressione l’entusiasmo esagerato per il ritorno in Europa, ai preliminari di Europa League! Bisogna abbandonare scuse e giustificazioni: il Milan deve vincere, punto. E casomai imparare a gestire le sconfitte".

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