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In cosa si distingue dagli altri?
«L’intelligenza calcistica. Taremi si muove molto, per questo sorprende i difensori. In più, è anche fisico. Non perde un duello e non è facile sradicargli il pallone dai piedi. A questo unisce una grande qualità tecnica in fase di rifinitura che magari non ti aspetti».
Il gol più bello che gli ha visto realizzare?
«Contro il Chelsea nel 2021, a Stamford Bridge, in Champions. Rovesciata all’ultimo minuto. Ha dimostrato di saper segnare anche così, in acrobazia. Sa posizionarsi, eludere la marcatura, mettere il corpo. È un attaccante molto sottovalutato. Se non sei bravo non segni 50 gol in nazionale...».
Inzaghi è l’allenatore giusto per lui?
«Per quel che ho potuto vedere, sì. Saprà già tutto di lui, quindi non credo gli servano i miei consigli. Dico solo che in questo momento, Inzaghi è l’allenatore che può valorizzarlo. Oltretutto, il modulo lo favorisce. Mehdi rende meglio accanto a un’altra punta: può dialogarci, sfornare assist e sfruttare le fasce. Sui cross sa sempre dove farsi trovare».
A quanti gol può arrivare?
«Dipende da contesto e titolarità, ma io direi anche 15. Anzi, pure di più. La A è molto più difficile rispetto al campionato portoghese, ma quando sai segnare lo sai fare sempre, in ogni categoria...».
Come è fuori dal campo?
«Umile, rispettoso, con valori. Non ha mai dimenticato da dov’è partito, le sue origini e la città che l’ha visto nascere, Bushehr. Ha grande personalità. Fin qui non ho ancora avuto di parlarci, ma sono sicuro che farà bene. E soprattutto che farà gol. I tifosi dell’Inter possono stare tranquilli».
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