Alla scoperta dell’impero di Suning. 180.000 dipendenti ed una tecnologia impressionante

La forza e la grandezza dell’impero la percepisci ovunque, dalla maestosità delle strutture alla cura di tutti i particolari, passando per l’ordine che regna sovrano, ma soprattutto per i numeri del fatturato e il volume degli affari. Per rendersi conto della potenza di Suning, l’azionista di maggioranza dell’Inter, bisogna andare a Nanchino, nel distretto di questa città da oltre 8 milioni di abitanti che è stato “dedicato” alla holding della famiglia Zhang. Qui il simbolo di Suning, il leoncino che è diventato famoso anche in Italia grazie ai tabelloni luminosi di San Siro, è di casa e la linea 4 della metro cittadina ha una fermata che si chiama Suning HQ, naturalmente a poche centinaia di metri dal quartier generale che ieri abbiamo visitato.Il palazzo della sede operativa e di quella amministrativa sono vicini, ma entrambi di grandezza smisurata: sono a vetri e, se su uno campeggia la scritta Suning.com, sull’altro c’è quella Suning. Sono stati progettati dalla NBBJ che negli Stati Uniti ha realizzato le sedi di Google e della Apple. In questo quartiere di Nanchino, però, il marchio Suning distingue anche il moderno hotel proprio davanti alla “casa madre”, i centri sportivi dedicati ai dipendenti, la banca e il supermercato. E’ un’area da 600.000 metri quadri, uno spazio sterminato nel quale ogni giorno lavorano 30.000 dei 180.000 dipendenti che la holding ha nel mondo. Ieri al momento della pausa pranzo molte delle oltre 20.000 postazioni di lavoro si sono svuotate e i corridoi, che hanno i pavimenti color grigio chiaro e le pareti bianche, si sono riempiti in fretta, come se fosse appena terminato il concerto di una rock star. All’interno vietato per i visitatori fare foto ai vari maxischermi che raccontano la storia del colosso di Nanchino, ma soprattutto che fanno capire come stanno andando gli affari grazie a grafici e diagrammi aggiornati in tempo reale. Dietro ci sono una tecnologia impressionante, ma soprattutto un fiume di denaro difficile da immaginare.

(Corriere dello Sport)