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Ci ha messo pochissimo, ma ormai, Felipe Melo, è a tutti gli effetti il nuovo leader dell’Inter. In aggiunta, mercoledì sera si è messo pure a fare gol, segno che Mancini ci ha visto lungo sull’utilità del brasiliano. In campo l’ex Gala, mette rabbia e cattiveria, facendolo passare per cattivo ma la realtà non è così: religiosissimo, allenatissimo, caricatissimo a tal punto che un intervento ben riuscito gli procura l’effetto-dinamo con urlo della savana annesso, innamorato pazzo del giocare per vincere, della famiglia e della moglie Roberta. Che rivorrà lì, nei ground box. Felipe chiederà un nuovo «invito» per la moglie nei palchetti di San Siro a bordocampo: perché è stato bello e perché magari porta bene. La zuccata violenta e vincente (sulla quale ha tardato Albertazzi e non Helaner), nasce dal suo amico Telles col quale gira anche per Milano: compagni di Gala e cappellini da rapper in testa con la visiera messa di lato. Felipe vive ancora in hotel ma sta per trovare casa, è un ragazzo educato perché il primo giorno in cui arrivò alla Pinetina volle per prima cosa conoscere tutti: non solo i compagni no; tutti tutti, da chi gli può fare un caffé a chi cucina a chi comunque lavora nella struttura. Felipe è attento a tutto e fa tutto: anche il portiere. Nella sua carriera, tra l’altro, sa vincere e ha vinto un bel po’ (2 titoli col Flamengo, 3 col Cruzeiro, 6 col Gala, una Confederations col Brasile). Felipe e Carlos Dunga - ex e attuale ct dei verdeoro - hanno un feeling particolare che forse si rinnoverà.
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