- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Centosettantanove centimetri di altezza. Lautaro Martinez non fa parte della generazione dei piccoletti argentini. Poteva giocare a basket, anzi l'ha fatto fino a quando aveva 15 anni. Questione di 'aria'. È nato a Bahia Blanca, 'La Capital del basquetbol argentino' e la città del mito Manu Ginobili. «Se non avessi fatto il calciatore - racconta Martinez - sarei stato un cestista, non ci sono dubbi. E inoltre preferisco guardare una partita di pallacanestro piuttosto che una di calcio». Vediamo chi è il ventenne che l'Inter si è assicurata. Ieri Ausilio ha preso un aereo per tornare a Milano dopo aver "ipotecato" l'operazione: Martinez è il primo acquisto nerazzurro del 2018-19.
FAMIGLIA - Nel DNA di famiglia c'è il futbol: il padre, Mario, era un laterale sinistro. «Per me un gran giocatore - dice Lautaro - anche se non è mai riuscito a fare il salto dalla Nacional B, segnava tanti gol, specializzato nelle punizioni e nei rigori». Con la mamma Carina e i due fratelli, Alan, altro calciatore e Franco (ha scelto il basket) per qualche anno, quando il padre era ancora in attività, lo hanno seguito a Punta Alta, Olavarria, prima di fare ritorno a Bahia Blanca. Ma la valigia era pronta. Mentre papà Mario, chiuso con il futbol, prima ha lavorato in una base navale, meccanico d'aerei, ora fa l'infermiere, Lautaro, scelto il calcio a 15 anni, poco dopo era già pronto per partire: destinazione Buenos Aires.
IL NO AL REAL - Scoperto, casualmente, da Fabio Radaelli, allenatore della Reserva del Racing, Martinez faceva parte del Liniers di Bahia Blanca, ma in quel momento indossava la maglia dell'under 17 della città, capitano e goleador con un anno di meno rispetto agli altri. In un attimo l'Academia decise di prenderlo: aveva 16 anni, era il gennaio 2014. Non fu semplice però lasciare la famiglia. «Era il suo sogno, ma dopo due settimane ci chiamò - ha raccontato il padre - voleva tornare a casa, sentiva troppo la mancanza». Un trauma per tutti, in particolare il fratello maggiore Alan, colpito da epilessia, poi fortunatamente guarito completamente. Superati i momenti duri ecco che in campo Martinez, nella Sesta Divisione nel 2014, segnò 26 gol in altrettanti incontri. In totale 53 in 64 partite nelle divisioni inferiori. Poi nel 2015, prima di firmare il contratto con il Racing, rifiutò addirittura il Real Madrid: era quasi tutto fatto, poi disse al suo procuratore che non si sentiva pronto. Doveva ancora debuttare in Primera con il Racing, esordio indimenticabile: 31 ottobre 2015, contro il Crucero del Norte, sostituendo l'idolo, il Principe Diego Milito. Un segno del destino?
(Corriere dello Sport)
© RIPRODUZIONE RISERVATA