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Allegri-Adani, atto II. Il tecnico: “Nel calcio non vincono le mode”. L’ex Inter: “Non sono mode, ma idee”

L'allenatore bianconero e l'ex difensore si sono parlati dopo la discussione di una settimana fa

Marco Macca

Dopo l'accesa discussione di sabato scorso in seguito alla partita contro l'Inter a San Siro, Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, e Daniele Adani, ex difensore nerazzurro e oggi commentatore per Sky Sport, sono tornati a parlarsi dopo il derby di Torino, terminato 1-1. A prendere la parola è stato prima il tecnico bianconero:

"Quello che è successo sabato mi è dispiaciuto. Sono qui per rispondere su quello che succede in campo, ma io parlo perché non è tutto da buttare. Da tempo si parla di evoluzione di gioco e tutti queste cose qui, ma non è da buttare quello che ci hanno insegnato i vecchi allenatori. Fare questo mestiere è difficile e non può dipendere solo da ciò che viene scritto, lo dico per i futuri allenatori. Fare l'allenatore significa capire i momenti della stagione, percepirli, altrimenti potrebbero farlo tutti e diventerebbe una cosa troppo scientifica. Bisogna miscelare quello che ci è stato insegnato e quello che sarà. Gli attori principali sono i giocatori. L'allenatore ha il dovere di portare i risultati: si possono ottenere in tanti modi. In Italia bisogna tornare un po' indietro. In tanti si attaccano ai dati, ma a questo punto vorrei capire come abbiamo avuto a Madrid il 38% di possesso palla l'anno scorso e abbiamo vinto 3-1, perdendo in casa contro l'Ajax avendo il 54%. Le partite non si vincono con i numeri, ma con la costruzione dell'annata, i nuovi allenatori devono capirlo. Comunque, la cosa per me si è chiusa sabato, altrimenti non sarei tornato. Sono venuto in televisione anche quando mi esoneravano dal Milan".

Lele Adani ha risposto così: "Massimiliano dà la sua esperienza. Chiedo: cosa può fare un allenatore come Allegri per rendere la squadra più propositiva? Mi interessa il suo parere sulla sconfitta del Liverpool, dal punto di vista della prestazione".

Allegri ha continuato: "Ho avuto la fortuna di allenare Milan e Juventus, che hanno dna diversi. Inutile scimmiottare sempre il Barcellona. Il Liverpool? Ci sono tanti livelli di gioco, a ottobre ho detto che il Barça era favorito. I Reds non hanno tenuto a livello caratteriale per tutti i 90' come si deve fare in una semifinale di Champions. Lo dico sempre, la differenza si fa alla fine, anche se capisco le mode".

Adani: "Non sono mode, ma idee di calcio attraverso cui si può vincere. Vorrei capire da Allegri perché la Juventus, pur avendo un giocatore al livello di Messi come Ronaldo, ha proposto così poco contro l'Ajax, che ha fatto molto di più dal punto di vista offensivo".

Allegri: "Con l'Ajax abbiamo preso il primo tiro al 37' con quello che non sapeva nemmeno dove tirare. Dopo il gol, abbiamo avuto difficoltà, timore di perdere la partita. Bisognava mantenere la serenità. Ci sono state delle circostanze difficili da spiegare. Potevamo fare meglio. La Champions è sempre stata un obiettivo come gli altri, ma è difficile da vincere. Ci sono delle robe che vanno al di là di tutto. A noi mancavano vari giocatori. Gli allenatori che vincono sono pochi".

(Fonte: Sky Sport)

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