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Allegri: “Avevo già firmato con il Real Madrid, ma quando ha chiamato la Juve…”

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A tutto Massimiliano Allegri. L’allenatore della Juventus ha concesso un’intervista a GQ Italia in cui ha svelato interessanti retroscena

Alessandro Cosattini

A tutto Massimiliano Allegri. L’allenatore della Juventus, prossimo avversario dell'Inter, ha concesso un’intervista a GQ Italia in cui ha svelato interessanti retroscena: "L’ho detto e lo ripeto: quest’anno avevo già firmato un accordo con il Real Madrid. Poi la mattina ho chiamato il presidente e gli ho detto che non sarei andato perché avevo scelto la Juventus. Mi ha ringraziato. 

Hai avuto dubbi?

No, da quando mi ha chiamato la Juventus a maggio non ho avuto nessun dubbio. 

Certo, allenare il Real Madrid…

A livello professionale sarebbe stato il coronamento di un percorso, certo: Milan, Juve, Real. Ma nella vita non si può avere sempre tutto e io sono davvero contento e orgoglioso di aver allenato per quattro anni il Milan e ora essere al sesto in un club come la Juventus. Al Real ho detto no due volte. La prima è stata mentre ero in fase di rinnovo con la Juve: dissi al presidente del Real che avevo già dato la mia parola a Andrea Agnelli. 

Allegri: “Avevo già firmato con il Real Madrid, ma quando ha chiamato la Juve…”- immagine 2

Che a tutti gli effetti è il presidente di quello che oggi possiamo dire essere anche il tuo club. Hai trovato una Juve diversa dalla prima volta in cui ci eri arrivato? Mi sembra che la fase sia un’altra…

Lo è. Ed è una bella sfida, interessante, che ho la fortuna di affrontare al fianco di una proprietà che è la stessa da sempre, e che ha voglia come me di tornare a vincere. Quando sono arrivato la prima volta nel 2014 era tutto diverso; Antonio Conte aveva fatto un gran lavoro insieme alla società, vincendo tre campionati e costruendo una squadra molto forte che andava solo rifinita. Quest’anno è una squadra molto diversa da quella, con molti giovani, con giocatori forti ma con meno esperienza. Però stiamo ripartendo da una base chiara, che è il Dna della Juventus, e che consiste nel tornare a vincere ma sapendo soffrire e avendo voglia di lottare sempre.

Tornando ho trovato un gruppo di ragazzi disponibilissimi oltre che tecnicamente bravi. Si sono messi subito a disposizione, con molta voglia di lavorare che è un elemento che ti trasmette questo club. Io credo che la Juve stia ritrovando il senso d’appartenenza, che è molto importante in prima squadra ma anche nel settore giovanile.

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Ma cosa hai raccontato a Morata a gennaio per farlo restare a Torino?

La sera che la società ha preso Vlahovic ho chiamato Álvaro e gli ho detto: «Non ti muovi da qui perché ora con lui diventi un giocatore molto più importante», e così è stato. Discutere Morata tecnicamente è da folli; è normale che se gli si chiede di far cose che non è in grado di fare possa non rendere al meglio, ma non dimentichiamoci che lui si è messo a disposizione e ha giocato per mesi in una posizione che non era propriamente la sua.

Cosa ci dici di Vlahovic?

È un ragazzo giovane, con poca esperienza internazionale, che però ha qualità, vuole e può migliorare, e ha tutto il tempo per farlo. Davanti alla porta ha una cattiveria assoluta. La Juventus ha fatto un acquisto importante: nel mondo lui, Mbappé e Haaland sono i più forti in circolazione della loro generazione".

(Fonte: GQ Italia)

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