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Allegri: “Inter favorita perché ha vinto. Serie A sarà una sfida tra tecnici. No al Real…”
Per Massimiliano Allegriè un ritorno ma "è come se fosse una prima volta". Per questo si è detto emozionato nel giorno della sua nuova presentazione come allenatore della Juventus. Accanto a lui c'era il presidente Agnelli.
-Che Juve ha ritrovato e che sensazioni ha provato?
Quando ho iniziato mi è sembrato di essere agli esordi: sono emozionato e divertito. Ci stiamo ritrovando, i primi giorni ho avuto solo i ragazzi giovani, di qualità, ora sta tornando la squadra. Da oggi si pensa al futuro. Inizio un nuovo ciclo di lavoro alla Juve. Ho un'ottima squadra, lavoriamo per formare il gruppo, per migliorarlo. Chiellini, Ronaldo e Bonucci devono essere un valore aggiunto per questa squadra. Portano in campo esperienza e tecnica ma sono da esempio per i giovani per dir loro che il passato è stato meraviglioso e ora cominciamo un nuovo ciclo di lavoro. Dobbiamo migliorare e mettere dentro delle cose per centrare gli obiettivi.
-La prima volta l'avevano contestata. Questa volta tutti contenti del suo arrivo: è orgoglioso di questo?
Sono orgoglioso perché la Juve mi ha richiamato, per i tifosi che saranno importanti specie se riapriranno gli stadi. Ma quello che è stato fatto non serve ai trofei futuri, serve solo per la storia della Juventus. Ora dobbiamo pensare a cosa fare: lavorare nel migliore dei modi, attraverso il sacrificio quotidiano. Trovo una squadra che ha vinto anche il campionato con Sarri e due trofei con Pirlo. Io proseguo da quello che mi hanno lasciato, una buona squadra e buoni giocatori.
-Ronaldo?
Grandissimo giocatore e ragazzo intelligente. Ho parlato con lui, come con gli altri, gli ho detto che è un anno importante, che sono contento di ritrovarlo e che ha una responsabilità maggiore rispetto al primo anno. Non solo da goleador ma anche sul piano umano. È trovato con grandi stimoli e sono contento. Poi sarà fatta una gestione con tutti i giocatori. Immagino le difficoltà con il covid. Sarà un anno importante per Dybala che si è presentato bene fisicamente e mentalmente e anche lui è un valore aggiunto. Dopo Chiellini come presenze sarebbe il capitano della Juve, visto che Bonucci è andato e tornato, e lo trovo molto motivato.
-Chi la incuriosisce dei giocatori che ha trovato?
Rabiot ha segnato pochi gol per le sue qualità. Mckennie ha istinto del gol sotto porta. Questa squadra ha tanti giocatori con gol nelle gambe. Chiesa, Ronaldo, Morata, Dybala, Bernardeschi. Alla fine del campionato bisogna fare 75 gol e bisogna trovarli tra le punte, i centrocampisti e i difensori. Abbiamo grandi potenzialità su cui bisogna lavorare tutti i giorni per migliorare. Sono contento di essere tornato e devo ringraziare la società che mi ha dato la possibilità di tornare ad allenare e vincere soprattutto che alla fine è quello che conta.
-Sull'avversario che è migliorato di più è l'Inter? Quanto è migliorata l'Inter? E se è l'avversaria diretta della sua Juventus...
In Serie A quest'anno ci sono stati ritorni importanti in panchina. È tornato Spalletti, è tornato Mourinho, Sarri è andato alla Lazio, io sono tornato alla Juve e Inzaghi è andato all'Inter, Pioli al Milan. C'è anche una sfida importante tra allenatori. L'Inter è la squadra che l'anno scorso ha vinto lo scudetto e quindi è la favorita, di solito lo è che vince. Noi dobbiamo essere bravi a costruire un percorso che a fine maggio, che è quello che conta, ci porti a vincere il campionato. Poi abbiamo Supercoppa e Coppa Italia e la CL che è un desiderio da parte di tutti. Deve essere questo. Vincere la CL ha troppe componenti. Intanto l'obiettivo è passare il primo turno, poi dagli ottavi giochiamo per vincerla, un passo alla volta.
-Quale squadra le interesserà vedere come è cresciuta?
Al secondo anno di stop ho guardato più partite. Soprattutto verso la fine quando c'era la possibilità di tornare ad allenare anche per capire se ero in grado. Sarà un campionato equilibrato. Il Milan è cresciuto, i suoi giovani hanno un anno in più d'esperienza, quindi sarà una squadra competitiva. Insieme all'Inter, alla Juventus, il Napoli che è una buona squadra, la Roma di Mourinho, la Lazio. Sarà un bel campionato. L'importante sarà dare continuità ai risultati. Non devi vincere il campionato con dieci punti in più, basta quel punto in più per vincere lo scudetto, è una roba pratica. Bisogna lavorare per questo. Sappiamo che per vincerlo serve un tot di gol e soprattutto prenderne pochi perché anche quest'anno ha vinto la migliore difesa. È successo spesso negli ultimi 15 anni. Tra 86 e 88 i punti per la quota scudetto secondo me. Poi le partite vanno giocate e le giochiamo quando ci diranno di farlo sapendo che ci sono i diritti tv che hanno precedenza e bisogna adeguarsi.
-Ruolo alla manager?
Il mercato lo decidiamo insieme alla dirigenza per migliorare la squadra. Non ho rispetto a prima più margine di lavoro. Il mio lavoro è sempre quello. Io sono l'allenatore aziendalista: portare i risultati e creare valore ed essere in sintonia con la società. Questo è il mio lavoro. Quando ci sono delle decisioni da prendere ci riuniamo e decidiamo il meglio. L'allenatore deve essere in sintonia con la società. Questo non vuol dire che è cambiato il mio ruolo rispetto a quello che era prima.
-Hai detto due volte sì alla Juventus, sei stato anche uno dei pochi a dire di no al Real Madrid?
Diciamo che quest'anno ho detto no, ringrazio Perez per l'opportunità ma ho fatto delle riflessioni e ho scelto la Juventus. Un gesto d'amore nei confronti della società che mi ha dato tanto ma anche perché mi piace la squadra.
(Fonte: SS24)
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