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Allenamenti collettivi o individuali? Tocca a Conte decidere. No a vie privilegiate per tamponi

Andrea Della Sala

Ieri l'incontro tra Cts e Figc per parlare del protocollo, tante le domande sul banco per chiarire tutti i dubbi sull'attività sportiva

Ieri c'è stato l'incontro tra il Comitato tecnico scientifico della Protezione Civile e la Figc in cui si è discusso del protocollo degli allenamenti e della ripresa. Nessun documento per ora, ma la discussione è stata ricca di domande e l'ultima decisione toccherà al Governo e al premier Giuseppe Conte.

"Il «suggerimento» del Cts può essere un ok agli allenamenti collettivi (promozione) oppure per il momento si potrebbe andare avanti solo con il lavoro individuale (bocciatura). Tutto questo percorso formale però incrocerà anche la politica con l’intenzione del premier Giuseppe Conte di prendere in mano il fascicolo calcio. Certo le notizie arrivate da Samp e Fiorentina danno l’idea di quanto sia accidentato il percorso della ripresa agonistica. Ripresa che riguarderebbe solo la A e (forse) la B, che ieri ha riunito il suo direttivo e che resta in attesa di verificare la praticabilità di una ripartenza a scoppio ritardato (inizio luglio, mentre la A punta al 14 giugno)", sottolinea La Gazzetta dello Sport.

TAMPONI - "La giornata ha anche segnato una ricomposizione sul fronte sportivo. Nell’incontro con il Cts, c’era infatti anche la Federazione Medico-Sportiva rappresentata dal suo presidente Maurizio Casasco. Con il presidente federale Gabriele Gravina c’è stato un gioco di squadra. La Federcalcio, che con Paolo Zeppilli ha illustrato il protocollo, si è detta naturalmente disponibile a recepire i suggerimenti della task force governativa. I problemi più sottolineati? Quello del che fare in caso di positività è noto. Gli scienziati non sono stati convinti dall’esempio tedesco, dove non c’è l’automatismo positività-tutta la squadra in quarantena. Automatismo che la Federcalcio accetterebbe, parole di Gravina, in base alle indicazioni degli scienziati. L’altra questione più dibattuta è stata quello della disponibilità di tamponi e test sierologici in Lombardia, che ha quattro squadre in serie A. Un problema che però si spera superabile nel giro di pochi giorni. Gravina ha ribadito che il calcio non vuole avere nessuna corsia privilegiata".

CHIUSURA - «Ma che farete per proteggere camerieri o magazzinieri?», è stata un’altra delle domande. Saranno considerati tutti alla stregua di calciatori e tecnici. La chiusura, però, durerà un tempo limitato, due settimane. Poi, nell’eventuale fase delle partite niente più ritiro permanente, bisognerebbe però a quel punto moltiplicare i test. D’altronde, questo è il ragionamento, non si può imporre ai calciatori e agli altri membri dello staff una clausura di due mesi", spiega Gazzetta.