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Altobelli: “Amo l’Inter e la difenderò sempre. Sarei pronto per fare il dirigente…”

Francesco Parrone

L’ex attaccante nerazzurro, e campione del Mondo con l’Italia nel 1982, Alessandro Altobelli indossò la maglia dell’Inter giocando 317 partite e segnando 128 reti. Poi le strade si sono divise, ma l’amore di Spillo per la...

L'ex attaccante nerazzurro, e campione del Mondo con l'Italia nel 1982, Alessandro Altobelli indossò la maglia dell'Inter giocando 317 partite e segnando 128 reti. Poi le strade si sono divise, ma l'amore di Spillo per la squadra non è mai venuto meno, così come come la legittima aspirazione a tornare, un giorno, a dare il suo contributo per la causa interista. Ai microfoni di Calciomercato.com, Altobelli parla della 'sua' Inter e di come la cambierebbe, lui, ora:

Altobelli, lei all'Inter ci andrebbe in questo momento?"Sono sempre stato tifoso dell'Inter, squadra per la quale ho avuto l'onore di giocare per undici anni. E anche dopo aver smesso di giocare ho sempre cercato di portare in alto il nome dell'Inter e di difenderne la causa. Sul campo ho avuto la possibilità di far vedere quanto valevo, ma fuori dal campo, a livello dirigenziale, non ho mai avuto questa opportunità. Ed è chiaro che mi piacerebbe averla, a chi non piacerebbe? Da quando ho smesso di giocare mi sono sempre tenuto aggiornato, su tutto, ho il patentino da direttore sportivo e i tre patentini da allenatore. Insomma, credo di avere le carte in regola, mi sentirei pronto".Due settimane fa i tifosi dell'Inter hanno contestato in maniera molto civile la società, alla quale hanno rivolto dodici domande. Una di questa era: "All'Inter c'è sempre un colpevole da mettere in piazza e una fuga di notizie mai vista in altri club. Non sarebbe opportuno avere nella dirigenza un 'uomo forte' capace di trasmettere il senso di appartenenza, gestire tutte le situazioni societarie e 'mettere' la faccia" a difesa della società?". Cosa ne pensa, potrebbe essere lei un uomo in grado di incarnare questo senso di appartenenza?"I tifosi e Moratti lo sanno che manca questo tipo di figura. Una società importante deve avere un dirigente che dopo le gare, sia nel bene che nel male, si presenta davanti alle telecamere a spiegare cosa è successo. Un dirigente che abbia buoni rapporti con i media e che sia stimato da tutti, uno alla Mourinho, che difatti ha detto che l'Inter ha bisogno di veri interisti che la rappresentino, non pseudo interisti".Quali sono stati gli errori commessi dall'Inter in quest'ultima stagione?"Bisogna riconoscere l'incidenza negativa del numero veramente impressionante di infortuni. Detto questo, però, i conti non tornano. Era dal 1947 che l'Inter non perdeva 16 partite in un campionato, quasi un intero girone. Anche Stramaccioni ha le sue responsabilità, perché l'allenatore è il primo responsabile, ma ognuno deve recitare il mea culpa. E adesso bisogna ricostruire".Come sarebbe la sua Inter se spettasse a lei questa ricostruzione?"Punto uno, massima attenzione al mercato mondiale, per arrivare primi sui giovani campioni prima che ci arrivino gli altri. Punto due, sfruttare di più il settore giovanile, partendo dal fatto che quello dell'Inter è già uno dei migliori in circolazione. Ricordo quando arrivai all'Inter: da qualche anno era finita la Grande Inter e il nuovo ds, Beltrami, prese come allenatore Bersellini e una nidiata di giovani molti interessanti. Nel giro di pochi anni vincemmo lo Scudetto. C'erano i giovani e c'era un progetto. E' anche da questi elementi che bisognerebbe ripartire oggi".E l'allenatore? Sembra quasi fatta per Mazzarri, piace anche a lei?"L'Inter ha fatto bene quando ha avuto allenatori carismatici, da Herrera a Trapattoni, da Mancini a Mourinho. Mazzarri è uno di questi, come caratteristiche... ma io riprenderei Mancini".Nel frattempo, in attesa di una chiamata, che le auguriamo arrivi presto, lavora per Al Jaazera..."Collaboro dal 2005, dal Qatar, con Al Jaazera, che ha i diritti di Serie A, Champions League, Europa League, eccetera, di tutto insomma. Il Qatar è una nazione in crescita, ci sono benessere, lavoro e possibilità di crescita. Per quanto riguarda il calcio, ci sono buoni giocatori, sia qatarini che africani. E in vista del 2022, quando i Mondiali si terranno proprio in Qatar, il progetto è quello di costruire una squadra competitiva".