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Polemico?
«No, propositivo. Perché Inzaghi è un bravo allenatore che può diventare grande. Deve cambiare qualcosa, perché quando c’è da fare risultato nell’immediato risponde presente, mentre a lungo raggio qualcosa non torna. E complimenti per la finale che ha giocato ad Istanbul. Tutti a pensare che il Manchester ci avrebbe seppellito di gol, ed invece siamo arrivati a tanto così dalla Coppa».
È sempre la sua Inter?
«Ci mancherebbe. La squadra che mi ha permesso di giocare in serie A, con grandi campioni, di diventare campione d’Italia e del Mondo. Io che ero partito da Sonnino, dove un barbiere mi aveva scelto assieme ad altri 14 bambini. Poi scesi a Latina, arrivò il Brescia, ed infine i colori nerazzurri».
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