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Altobelli: “Calhanoglu? Ecco perché non sbaglia mai i rigori. E sullo scudetto al derby…”

Marco Astori Redattore 
Le parole di Spillo: "Quando va a calciare un rigore, ha una naturalezza come se stesse per tirare un corner. Difficile trovare un altro con una simile freddezza"

Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Spillo Altobelli, ex calciatore dell'Inter, ha parlato così della perfezione di Hakan Calhanoglu nei calci di rigore: “Non si spaventa mai e non si fa prendere dall’emozione. Quando va a calciare un rigore, ha una naturalezza come se stesse per tirare un corner. Difficile trovare un altro con una simile freddezza”.

Secondo lei Hakan studi i portieri avversari prima delle partite?

“Di sicuro. Il calcio di oggi è fatto di dettagli e, come i portieri si documentano sugli specialisti della formazione avversaria, anche i tiratori come Calhanoglu guardano come si comportano i portieri”.

Analizzi per noi la tecnica di Calhanoglu.

“Parte piano, con passi lenti, e guarda il portiere finché non arriva sul pallone. Aspetta un suo movimento e, se non lo fa, calcia forte e angolato: anche se il portiere indovina l’angolo giusto, su tiri così precisi e potenti non può mai arrivare. Per avere una sicurezza come quella di Calhanoglu ci vogliono allenamento, sangue freddo e un gran calcio”.

Anche lei faceva come Hakan?

“Io guardavo il portiere proprio fino all’ultimo e poi calciavo dall’altra parte. Più piano rispetto a Calhanoglu”.

Il rigore più pesante che Altobelli ha trasformato in carriera è stato quello contro…

“Difficile sceglierlo. Ho segnato contro la Juve, la Roma, il Milan…”.

E quello che ha sbagliato?

“Addirittura due nella stessa partita con la maglia della Nazionale. Era il 1986 e giocavamo a Malta: dopo aver segnato la rete del 2-0, sbagliai due rigori in un quarto d'ora”.


Con un tiratore come Calhanoglu, giusto che un bomber come Lautaro, non sempre freddissimo dagli undici metri, faccia un passo indietro? 

“Se il risultato è sullo 0-0, mi sembra inevitabile che sul dischetto vada Calhanoglu ovvero lo specialista della squadra. Se invece la partita è ‘decisa’, allora deve tirare Lautaro, che è in corsa per la classifica dei cannonieri e merita di vincerla”.

Quando Calhanoglu è arrivato dal Milan, si sarebbe aspettato che sarebbe diventato così decisivo? 

“Nessuno metteva in dubbio il suo valore, ma è innegabile che il nuovo ruolo che Inzaghi gli ha cucito addosso ne stia esaltando il rendimento. Bravo il turco, ma bravo anche il tecnico ad avere l’intuizione di spostarlo in cabina di regia”.

E bravi i dirigenti a prenderlo a parametro zero... 

“Direi bravissimi. Zhang è stato spesso contestato, ma è a un passo dal settimo trofeo: vuol dire che ha gestito bene e si è affidato a dei professionisti super come Marotta e Ausilio. La squadra attuale è composta da diversi parametri zero o da elementi arrivati spendendo poco: certe operazioni le chiudono solo quelli che capiscono di calcio”.

Anche lei è tra coloro che sognano di vincere lo scudetto nel derby oppure è pronto anche ad aspettare per festeggiare in un San Siro tutto nerazzurro? 

“A me interessa lo scudetto e basta. Nel derby o in un’altra partita, conta poco... Questa seconda stella l’Inter l'ha meritata ampiamente”.


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