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Altobelli nella Hall of Fame del calcio italiano: “Sono entrato nella storia”
Un filo conduttore lega il Mundial di Spagna '82 alla 'Hall of Fame del Calcio Italiano', che con l'ingresso di Alessandro Altobelli va ad accogliere un altro dei protagonisti di quell'indimenticabile Mondiale. Da Bergomi a Cabrini, da Tardelli a Paolo Rossi, passando per Zoff, Antognoni, Oriali ed Enzo Bearzot.
'Spillo' ritrova tanti compagni dell'avventura più emozionante della sua carriera: "Ricevere questo premio - esordisce l'ex attaccante interista e della Nazionale - è una bella sorpresa e una grande soddisfazione. Non è da tutti entrare a far parte della storia del calcio italiano, servono sacrifici e bisogna farsi trovare pronti nei momenti cruciali. Devo ringraziare tutti i compagni di squadra dell'Inter e tutti i grandi campioni con cui ho avuto la fortuna di giocare in Nazionale".
Al sesto posto dei cannonieri azzurri di tutti i tempi in compagnia di Adolfo Baloncieri e Filippo Inzaghi, delle 25 reti realizzate in Nazionale ("ma in realtà sono 28, in Messico prima del Mondiale segnai una tripletta contro il Guadalajara, solo che non fu considerata una gara ufficiale…") ce ne è una che ogni italiano dai cinquant'anni in su non può dimenticare. E' il terzo gol nella finalissima con la Germania, quello della definitiva presa di coscienza che di lì a poco l'Italia avrebbe alzato al cielo la sua terza Coppa del Mondo.
E pensare che quella partita Altobelli l'aveva iniziata dalla panchina, poi l'infortunio occorso a Graziani nei primi minuti di gioco lo catapultò in un attimo sul campo del Santiago Bernabeu: "Avevo giocato una ventina di minuti anche in semifinale perché Ciccio si era fatto male - ricorda - quando ho visto che in finale è caduto a terra e si teneva la spalla mi sono immediatamente tolto la tuta, non ho dato a Bearzot nemmeno il tempo di ragionare. Cercavo quel gol, ero sicuro dei miei mezzi ed ero in forma. Quando ho segnato ho solo pensato che avevamo chiuso la partita, che come disse Pertini in tribuna ormai non ci avrebbero preso più. Solo più tardi, a mente fredda, ho realizzato davvero cosa avevo fatto, anzi cosa avevamo fatto".
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