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Altobelli: “Dopo Inzaghi, vorrei Conte o Mou. Inter non rende per il proprio valore”

Gianni Pampinella

Intervistato da Tuttosport, Alessandro Altobelli ha analizzato nel dettaglio la stagione dell'Inter

Intervistato da Tuttosport, Alessandro Altobelli ha analizzato nel dettaglio la stagione dell'Inter. L'ex attaccante ha le idee chiare su chi dovrebbe sostituire Inzaghi se il tecnico dovesse lasciare al termine della stagione. "L’Inter ha una buona rosa, ma non sono tanto soddisfatto dei risultati. Non si possono perdere nove partite in campionato. Su 27 incontri è una sconfitta ogni tre gare. Non mi piace pure il fatto che si incassino troppi gol, nonostante la propria forza: i nerazzurri non rendono per il proprio valore". 

 

Ultimamente anche l’attacco fa fatica.

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«Vero, l’attacco dell’Inter dovrebbe segnare molti più gol». 

Cosa pensa di Lukaku? L’Inter dovrebbe continuare a puntare su di lui?

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«È un giocatore particolare. Con Conte è stato un trascinatore, determinante per la vittoria dello scudetto. Poi è andato al Chelsea e in Inghilterra non gli è andata bene. Così è voluto tornare in Italia, ma oggi non è più quel Lukaku che tutti si ricordavano nella prima avventura nerazzurra. Non sta passando un buon momento, non segna, fa fatica. Per di più è pure in prestito: penso che la storia di Lukaku con l’Inter sia finita. A meno che da qui alla fine non faccia vedere cose straordinarie». 

Oggi l’attaccante principe dell’Inter è Lautaro.

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«A me piace molto, lo considero uno dei migliori goleador del campionato italiano. E lo si vede anche dalla classifica cannonieri. Lui partecipa all’azione, rincorre e difende. Per me è un giocatore completo. Sono soddisfatto di lui. Poi è vero, per le qualità che possiede potrebbe segnare di più, mi auguro arrivi presto questo salto di qualità perché con le reti di Martinez l’Inter potrebbe arrivare lontano nelle coppe e vincere più partite in campionato». 

Magari però dovrebbe smetterla di calciare i rigori.

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«Diciamo questo. Quando il risultato è in bilico, che lasci tirare Lukaku o qualcun altro. Però quando la squadra sta vincendo e se la sente, potrebbe comunque continuare a calciarli. Almeno io fossi in lui farei così». 

Dzeko ha tirato tanto la carretta, ma non segna da inizio gennaio. 

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«È vero, ma a me piace come tipo di attaccante. Sa quello che deve fare, conosce i momenti della partita. Può dare una mano alla squadra». 

Lo terrebbe a Milano un altro anno?

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«Non voglio parlare di cifre, ma solo del piano tecnico, anche perché se guardassimo il lato economico, dovremmo tornare indietro agli ultimi dieci anni vedendo quanti debiti ha fatto l’Inter con acquisti sbagliati. Precisato questo, io Dzeko lo terrei». 

E Correa?

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«L’argentino aveva fatto molto bene alla Lazio e Inzaghi lo conosceva alla perfezione. Lo ha portato a Milano con l’idea che potesse essere utile come terzo o quarto attaccante. Evidentemente però non è un calciatore che può fare la riserva. In biancoceleste aveva più fiducia, era in sintonia con tutti, tra i nerazzurri non ha reso. Non credo si debba sostenere che non sia un giocatore da Inter, ma solo che non è stato quel tipo di calciatore che l’Inter si aspettava. Avrebbe dovuto farsi trovare pronto quando è stato chiamato in causa, ma questo non è successo. Magari non è uno che può fare la quarta punta». 

Col senno del poi, non sarebbe stato meglio affidare questo ruolo a gente come Satriano o Mulattieri che stanno facendo tanto bene con l’Empoli e col Frosinone?

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«Assolutamente. Anzi, è arrivata l’ora di dare più spazio a questi ragazzi che si stanno mettendo in luce in prestito da altre parti. Se uno viene fuori dalla Primavera dell’Inter e gli viene chiesto di giocare in prima squadra, dà il massimo, il mille per cento, anche per un solo minuto. A differenza magari di chi viene acquistato da fuori, vorrebbe essere titolare e non dà niente se scende in campo per pochissimo tempo». 

A chi attribuisce la responsabilità di questi risultati altalenanti?

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«Per me se continuasse a giocarsi il secondo posto, non si potrebbe parlare di una brutta Inter, contando pure le altre competizioni, ma di un’Inter che deve migliorare sì. In Serie A c’è il Napoli, oggi una squadra super, anzi insuperabile, che proprio i nerazzurri sono stati capaci di battere. Di fatto, anche al netto delle sconfitte, dei gol presi e di quelli non segnati, l’Inter in questo momento è terza in classifica e fino all’ultima gara era stata seconda». 

Cosa pensa di Inzaghi?

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«Ha vinto tre trofei ed è ai quarti di Champions. Ma secondo me potrebbe ottenere molto di più da questa squadra». 

L’Inter può sognare di vincere la Champions League?

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«Per prima cosa dico che se i nerazzurri non dovessero trionfare, mi auguro che il Napoli possa riportare la coppa in Italia, visto che manca proprio dai tempi del Triplete di Mourinho. Non si deve però pensare che il Benfica sia una squadra facile da affrontare, né che si tratti di un accoppiamento semplice. I portoghesi mica sono scarsi. Hanno buttato fuori la Juventus e sono arrivati prima nel girone davanti al Psg. Poi è logico che se vuoi arrivare lontano, devi pensare di poterli eliminare. In semifinale ci sarebbe così un derby italiano e lì tutto dipenderebbe dalle future prestazioni. C’è da dire che l’Inter, così come il Milan e il Napoli, sinora ha fatto molto bene in Champions. Chissà…». 

L’Inter può rimpiangere Joao Mario?

«Ora si è riscattato, ma in Portogallo ci sono ritmi e un gioco diverso. In Italia ha fallito solo per colpa sua. Ha avuto tante possibilità e non le ha colte». 

Puntando le energie sulla Champions, non c’è il rischio di rimanere attardati in campionato?

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«Le dico questo. Se l’Inter arrivasse seconda, come le ho spiegato prima, andrebbe bene visto che oramai il primo posto è assegnato. Io sarei pure felice se i nerazzurri centrassero la finale in Champions per poi giocarsela, ovviamente. Aggiungo però un ulteriore concetto. Visto che lo scudetto è andato e hai l’impegno europeo, arrivare secondi, terzi o quarti cambia poco. Magari incassi qualcosa di meno, ma pazienza, l’importante è qualificarsi per la prossima Champions. Il secondo sostanzialmente sarebbe il primo tra gli sconfitti». 

Qualora Inzaghi dovesse finire la sua esperienza all’Inter, su chi punterebbe?

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«Sarei indeciso su Mourinho e Conte. Li reputo due grandi allenatori, di quelli che all’Inter hanno dato tanto e vinto. Sono sicuro che conquisterebbero altri trofei con i nerazzurri». 

Thiago Motta dovrà aspettare.

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«Sì, gli farei fare ancora esperienza, il tempo è dalla sua parte».