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Europei, Altobelli: “Italia unica a convincere: 26 titolari e mentalità vincente”

Rai Sport

Nel corso di un'ampia intervista concessa a Libero, Spillo Altobelli ha parlato così della Nazionale italiana agli Europei

Matteo Pifferi

Nel corso di un'ampia intervista concessa a Libero, Spillo Altobelli ha parlato così della Nazionale italiana agli Europei.

«La gente che si ritrova in questi ragazzi perché sono tornati a dare l’impossibile, e questo piace. C’è stato un periodo di non appartenenza ai colori azzurri e infatti si lo si è visto dai risultati».

Di chi è merito?

«Certamente di Mancini. Che lavoro ha fatto, ha convocato un sacco di giocatori e i 26 che ha adesso sono tutti titolari, cosa che dà soddisfazione anche a lui. Anche quando vince 3-0, la squadra cerca ancora di segnare».

Mancio ct: lei l’avrebbe mai detto?

«Mah, con lui abbiamo giocato contro ma anche tanto insieme, abbiamo fatto gli Europei dell’88. All’epoca pochi si aspettavano che sarebbe diventato allenatore. Però era uno aperto, giocatore moderno, aveva fantasia; i talenti come lui non possono mai essere allineati ma si è sempre fatto voler bene da tutti e quando è diventato allenatore ha messo a disposizione la sua esperienza. E

questo vale tanto, si vede da come ha costruito la sua Italia: lui sa come si si parla ai giocatori».

Che Nazionale è questa?

«Non punta su un giocatore solo, sul fuoriclasse, sui Totti, i Baggio o i Del Piero, che non abbiamo, ma sa giocare di squadra. Si corre per aiutarsi e c’è la mentalità vincente di fare la partita da subito».

Assomiglia a quella dell’82?

«Un confronto difficile, è un altro calcio ma è bella e mi piace. E piace agli italiani».

Ci sarebbe posto per uno come lei?

«(Ride, ndr) Non ci penso neanche e non mi interessa, io potevo giocare in tutte le nazionali del mondo, ho sempre segnato e, a differenza di qualcuno, sapevo giocare».

Qualcuno chi?

«Niente nomi».

E Pablito?

«Ci manca tanto, era perfetto in quella formazione straordinaria . Se ne potrebbe prendere uno a occhi chiusi e metterlo nell’Italia di oggi: andrebbe da fenomeno. Va riconosciuto, il calcio più forte è stato quello degli Anni 80 e 90, dove dovevi avere tutte le qualità e c’era da scontrarsi contro i più forti: Maradona, Rummenigge, Rossi, Platini Zico, Van Basten... ne vogliamo citare altri?».

A questo Europeo siamo partiti segnando molto, quando storicamente l’Italia non ha avuto bomber pazzeschi, ad esempio il tedesco Klose ne fatti 71 con la Germania. Il capocannoniere azzurro è ancora Gigi Riva, 35 gol, e riguarda tempi in cui si giocava la metà di oggi».

«Vero, comunque Immobile gioca e segna, però anche Pablito segnava e lo facevo anche io, in azzurro sono sesto all-time con 25 reti: peccato che non mi hanno assegnato come ufficiali i tre gol fatti in amichevole nell’86 col Guadalajara, nonostante ci fosse la terna».

Oggi sfidiamo il Galles, possiamo chiudere il girone in testa ma c’è chi dice che si potrebbe perfino evitarlo, per finire in una parte più facile del tabellone.

«Una sciocchezza. L’Italia deve giocare per i tre punti, non esiste fare i calcioli».

Chi lo vince l’Europeo?

«Le squadre le abbiamo viste e l’unica che ha soddisfatto in tutto, giocando sempre bene e dimostrandosi padrona del campo, è stata l’Italia. Vedremo se miglioreremo ancora».

C’è chi dice “calma, non abbiamo ancora vinto niente”.

«Ma quale calma, l’Italia è una squadra che è consapevole di essere forte, deve vincere e deve fare di tutto, avanti così. In più sta seminando bene anche per il Mondiale del prossimo anno: squadra giovane, bel gruppo e grande allenatore»

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