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Altobelli: “Lautaro indietro, dopo il primo gol crescerà. Scudetto o Champions? Mai scegliere”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex bomber nerazzurro ha parlato del momento di Lautaro e di come uscirne
Andrea Della Sala Redattore 

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex bomber nerazzurro Alessandro Altobelli ha parlato del momento di Lautaro e di come uscirne:

«Il gol ragazzi, il gol per noi attaccanti è tutto. So che cosa significa attraversare un momento come quello che vive Lautaro: quando non segni la porta diventa sempre più piccola e fatichi il doppio. Gli basterà sbloccarsi e poi vedrete».


La forma però incide. Per citare Lautaro, «se uno si sente in ritardo come mi sento io…».

«Non è al meglio fisicamente, questo è sotto gli occhi di tutti. Ma ero allo stadio per il derby e l’ho visto darsi parecchio da fare, ha servito l’assist a Dimarco. Più che la forma, a Lautaro manca la scelta giusta sotto porta: dopo il primo gol la condizione crescerà all’improvviso».

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Inzaghi lì davanti insiste: ancora ThuLa. Giusto così?

«Thuram è partito alla grande e con lui Lautaro si trova a occhi chiusi, giusto puntare su di loro. Detto questo, in rosa c’è Taremi, che è un centravanti forte, completo e lavora di squadra. Forse è arrivato il momento di dargli più spazio».

A proposito di spazio, Frattesi ha l’occasione di prendersi l’Inter. È pronto a fare il Barella?

«È un ragazzo coraggioso, non soffre la pressione, anzi, più le responsabilità aumentano più lui si esalta: lo abbiamo visto in Nazionale dove è un titolare e segna come un attaccante. In più ha sulle spalle un anno di Inter, conosce l’ambiente e le idee di Inzaghi, ha tutto per non far rimpiangere Barella. Anche se non sarà facile: quando Nicolò sta bene, lavora per tre».

Anche Zielinski scalpita...

«Lo conosciamo: esperienza e qualità. E a Manchester ha avuto un bell’impatto. Ma io mi fido di Inzaghi: quante volte ha sbagliato formazione? In più quest’anno ha una rosa talmente profonda che può sbizzarrirsi e scegliere con serenità. Per me devono andare sempre in campo i migliori. Ecco, di migliori Inzaghi non ne ha 11, ma 25: è una grande ricchezza».

Quindi vietato scegliere tra campionato e Champions?

«Mai scegliere! Guai a ragionare dando priorità a una competizione rispetto all’altra, sarebbe un errore gravissimo. E uno spreco: l’Inter è attrezzata per scudetto e Champions».

In A però insegue. Perché?

«Perché è indietro di condizione, si è visto nel derby: il Milan arrivava quasi sempre prima. Forse sta pesando una preparazione diversa, c’è da arrivare fino a giugno col Mondiale per club. Il campionato però è partito nel segno dell’equilibrio: quando l’equilibrio si spezzerà l’Inter sarà in prima fila. Ne sono sicuro».

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