Spillo Altobelli, ex centravanti dell'Inter, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport qualche ora prima del big match di oggi tra i nerazzurri e la Juventus. Queste le sue dichiarazioni.
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Le parole dell'ex nerazzurro: "Sarei stato il primo a rinunciare a parte dello stipendio per far capire che una situazione difficile si supera tutti insieme"
Cosa rappresenta questo Juve-Inter per i bianconeri?
"Il destino della Juve dipende anche dalle altre: se Milan, Napoli e Atalanta vincono sempre, non c’è niente da fare. Sia bianconeri sia nerazzurri hanno grandi motivazioni: la Juve deve per forza vincere per continuare a sperare, l’Inter può dare il definitivo colpo di grazia".
"Da 1 a 10, dico 20. È una partita troppo sentita. Anche perché Marotta e Conte hanno un po’ il dente avvelenato. Non ho capito ancora perché Marotta è andato via dalla Juve: da grande professionista qual è, ha messo a posto una squadra che non vinceva da dieci anni. Antonio preparerà questa partita come se fosse la finale di Champions. Cosa che già fa in una situazione normale, figurarsi contro la Juve. Per entrambi può essere una piccola rivincita".
Conte e Marotta hanno definitivamente conquistato gli interisti?
"Penso che il 90% dei tifosi dell’Inter non guardano più i colori che i due hanno vestito in passato, ma solamente il grande lavoro che hanno fatto. Marotta ha avuto la capacità di portare un grande allenatore come Conte in una squadra che non vinceva da dieci anni. Per Antonio non è stata una scelta facile: è subito stato visto come un traditore dagli juventini, mentre gli interisti lo associavano al bianconero. All’inizio in tanti non vedevano bene questa operazione, ma oggi non si può non aver cambiato idea…".
Secondo lei è stato difficile vincere con questa complicata situazione societaria?
"Bisogna vederla in due modi. Da un lato i giocatori possono avere la mente occupata dal pensiero di quello che succederà, ma dall’altro una situazione così può spingere a dare ancora di più per provare a raggiungere gli obiettivi. In questo contesto, conviene a tutti fare bene".
"I calciatori sono in una botte di ferro. Se la società chiede un piccolo sacrificio a ragazzi che guadagnano i milioni in una stagione, penso che sia giusto venirsi incontro".
Quindi lei avrebbe accettato?
"Sarei stato il capo, sarei stato il primo a rinunciare a parte dello stipendio per far capire che una situazione difficile si supera tutti insieme. Sarei anche andato a vendere le magliette, avrei cercato in tutti i modi di aiutare il club. Poi è un discorso che non riguarda solo l’Inter, è giusto ricordarlo".
Sono cambiati i tempi, forse…
"Sicuramente. In momenti come questo, i leader dello spogliatoio devono dare l’esempio. A partire da Lukaku, il giocatore più rappresentativo. Ma anche Conte e i dirigenti potrebbero fare uno sforzo, così da farsi poi seguire dal gruppo. Se fosse capitato a noi, sicuramente avremmo aderito. Anche ai calciatori conviene che la società stia bene".
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