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Altobelli: “Stracciai il contratto con Pellegrini. Via dall’Inter perché il Trap diceva…”
L'ex centravanti dell'Inter Spillo Altobelli è ora uno dei volti più noti di BeinSports. Dopo essere stato osservatore dell'Inter, direttore sportivo del Padova, assessore, l'ex nerazzurro è diventato opinionista in Qatar. Intervistato dal Corriere dello Sport ha raccontato come finì la sua esperienza in nerazzurro: "Via dall'Inter perché Trapattoni diceva che Ciocci fosse il nuovo Paolo Rossi e Nobile il nuovo Cabrini. Il feeling che si era creato con Bersellini, capace di vincere lo scudetto con una squadra tutta italiana, era svanito. E allora sai che cosa ho fatto? Sono andato da Ernesto Pellegrini e gli ho detto: presidente, ho ancora un contratto che mi garantisce 1 miliardo e 300 milioni di lire, ma io qui non ci sto più e non voglio rubare i soldi che lei mi dà. Lui mi ha indicato la poltrona dietro una scrivania: ‘La vede? Quella è sua. Rimanga’. Era troppo tardi. Ho stracciato il contratto. Lucarelli è un uomo di valore che ho sempre apprezzato molto. Così, dopo l’Europeo, dov’ero andato bene, mi ha telefonato Boniperti che mi cercava da due anni e ho accettato la sua proposta. A Torino mi hanno accolto come un semidio. E’ stato proprio un bell’anno».
Altobelli ha raccontato anche un aneddoto sul suo periodo al Latina: «Per arrivare al campo d’allenamento del Latina, bisognava passare davanti a una rosticceria. E io, immancabilmente, ci passavo verso le 13.30, l’ora in cui sfornavano i suppli e i polli arrosto. Sarà per via del mio metabolismo, ma io, pur essendo magrissimo, avevo sempre una gran fame. C’erano giorni in cui i morsi allo stomaco erano tremendi e mi assaliva la voglia di spaccare la vetrina. Ma io ho rispettato sempre il prossimo: così, mi tenevo la fame, spiaccicavo il naso sulla vetrina, annusavo l’odore del pollo arrosto e andavo ad allenarmi. Capisci come ho imparato a dare il giusto valore al denaro? Perché me lo sono guadagnato sin da quando mi alzavo alle cinque del mattino e facevo il garzone dal macellaio di Sonnino».
(Corriere dello Sport)
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